Patrick Zaki, attivista e ricercatore egiziano, si trovava dall’8 febbraio 2020 in detenzione preventiva fino a data da destinarsi, a causa di diverse accuse che gli sono state rivolte, come istigazione alla violenza, alle proteste e al terrorismo: questo solo per aver denunciato attraverso i social la violazione di molteplici diritti da parte dell’Egitto.
Dopo un po’ di tempo può almeno vedere la madre, ma continuamente, ad ogni udienza, il giudice di turno gli rinnova per 45 giorni la custodia cautelare e ciò va avanti per quasi due anni. In quanto studente dell’Università di Bologna sin da subito si attivano associazioni, con scioperi nazionali e non, insieme ad appelli di molti personaggi famosi, come l’attrice Scarlett Johansson e tanti altri; anche il nostro governo ha cercato una soluzione per liberare Patrick, tentando di concedergli la cittadinanza italiana, che, però, non è ancora arrivata e che, come si augura il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, speriamo arrivi davvero e al più presto.
L’ultima udienza era stata fissata per il 7 dicembre scorso ed è proprio allora che è accaduto ciò che nessuno di noi si aspettava: la liberazione di Patrick. È così che finalmente può abbracciare i suoi famigliari e la sua ragazza, ma non è ancora finita: infatti, Patrick, dovrà presentarsi di nuovo davanti alla Corte il 1 febbraio 2022, con la speranza che non venga nuovamente arrestato per le precedenti accuse, il che è già accaduto in passato ad altri attivisti. Patrick, tuttavia, sin da subito ha ringraziato gli italiani, Bologna, i suoi colleghi, l’Università e chiunque l’abbia sostenuto.
Tutti quanti ci auguriamo che finalmente gli sia restituita la libertà che ingiustamente gli è stata tolta.

Sofia Di Rosa
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