In questi giorni sentiamo parlare spesso di Patrick Zaky al telegiornale ma non solo, ma chi è? Patrick è un ricercatore e un attivista egiziano ventisettenne che frequentava un master all’università di Bologna. E’ stato arrestato lo scorso 7 febbraio all’aeroporto del Cairo, dove era appena atterrato con un volo proveniente dal nostro Paese. Dopo averlo preso in consegna e interrogato per 24 ore, la polizia lo ha condotto alla procura di Mansoura dove è stato accusato di aver commesso reati di "istigazione al rovesciamento del governo e della Costituzione". Secondo gli avvocati della sua famiglia, Zaky è stato arrestato in seguito a un ordine di cattura emesso nel 2019 ma mai divulgato. Inoltre, secondo quando riferito dall’Eipr, l’Ong con il quale collabora, Zaky è stato pestato e torturato, subendo anche l’elettroshock. Durante l’interrogatorio gli è stato chiesto il suo legame con l’Italia e con i parenti di Giulio Regeni. Una coincidenza? Si presume proprio di no, in quanto anche Giulio ha subito le stesse violenze per giorni per poi essere assassinato. E tutto ciò per cosa? Per difendere i diritti umani che in Egitto vengono continuamente violati? La famiglia di Zaky è in costante ansia e paura, perché il carcere in cui il giovane si trova rinchiuso, senza una colpa valida, è molto famoso per la violazione dei diritti umani di cui a pagarne le conseguenze sono politici, attivisti ma anche semplici cittadini che, a volte, vi rimangono rinchiusi per mesi e anni senza arrivare ad un processo. In questo stesso carcere è morto un ragazzo di ventidue anni, detenuto da ventisei mesi in attesa di un processo solo perché aveva pubblicato su YouTube un video ironico sul governatore dell’Egitto, Al-Sisi. Se vogliamo pensare che la situazione in Egitto non sia grave, ci basta pensare anche a Giulio Regeni, che nonostante la sua famiglia da quasi 5 anni attende giustizia e verità, non ha ricevuto nessuna risposta a riguardo. Il 7 dicembre scorso è stato annunciato che Zaky dovrà rimanere in carcere ancora per quarantacinque giorni per poi ritornare ad un nuovo processo, quindi, possiamo semplicemente dedurre che il destino di Zaky, così come quello di molte altre persone, è in costante pericolo. Il nostro governo cosa fa per evitare che Zaky e tanti altri abbiano lo stesso destino di Regeni? Dopo varie lotte sembra proprio che l’Italia per questa volta non abbia pensato solo agli affari: il 10 dicembre scorso, è stato deciso da un'iniziativa del Pd che Milano darà la cittadinanza onoraria a Zaky, un tributo in nome dei diritti. Questo conferimento oltre a essere un importante attestato di vicinanza a un giovane ricercatore dell'Università di Bologna è anche un grande segnale di solidarietà e vicinanza della città di Milano nei confronti di tutti coloro che, in molte Nazioni con governi dittatoriali e antidemocratici, vengono ingiustamente detenuti e condannati in quanto anche solo semplicemente sospettati di far parte di associazioni e movimenti che si battono per i diritti civili e politici. Una scelta politica, che deve trovare una soluzione positiva per Zaky e anche per tutti coloro che si battono per la difesa dei diritti umani.

Sofia Di Rosa
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