È di recente spopolato sul web e in tutti i media internazionali il fenomeno degli attivisti di “Ultima Generazione” e di “Just Stop Oil”, gruppi di manifestanti che protestano mediante una forma di disobbedienza civile non violenta per chiedere ai governi politiche più incisive e, quindi, leggi e restrizioni concrete riguardanti il cambiamento climatico. Da anni il riscaldamento globale è diventato un problema impellente, così come l’inquinamento dovuto ai combustibili fossili, che hanno provocato numerose proteste. L’opinione pubblica ha iniziato a muoversi davvero qualche anno fa grazie alla determinazione di Greta Thunberg e alla conseguente fondazione del movimento internazionale “Friday for future”; numerose sono state le proteste che abbiamo visto, seguito e a cui abbiamo preso parte a partire dal 2019 e numerosi sono stati i ragazzi che hanno scioperato per farsi ascoltare dai governi delle più grandi potenze mondiali. Dagli esponenti di queste ultime abbiamo sentito solo tanti “bla bla”, senza fatti concreti, con un problema mondiale in continuo peggioramento.Gli attivisti di “Ultima Generazione” e di “Just Stop Oil”, allora, provano a far sentire la propria voce tramite gesti “disturbanti”, che creano scandalo e disappunto tra i cittadini: a loro parere le proteste non bastano, serve di più. Strade bloccate, opere d’arte imbrattate, ma qual è davvero il loro obiettivo? È quello di rovinare dipinti dal valore inestimabile o quello di far ritardare i cittadini bloccati nel traffico?L’obiettivo degli attivisti di “Just Stop Oil” è quello di far spostare l’attenzione di chi è colpito dalla sindrome di Stendhal, di fronte all’immensità artistica, verso un problema ancora “più immenso”. “Nel bene o nel male purché se ne parli”, diceva Oscar Wilde: l’intento dei manifestanti, infatti, è proprio quello di creare un dibattito popolare sui loro gesti e soprattutto sulla crisi climatica. Indubbiamente, questo ha portato anche a insulti verso gli attivisti dovuti a molte fake news; nessuna opera è stata danneggiata, come molti pensavano, poiché tutti i dipinti sui quali è stata buttata vernice o cibo erano protetti da un vetro e gli attivisti ne erano a conoscenza; quindi, possiamo affermare che il loro scopo non aveva niente a che vedere con il danneggiamento delle opere. In realtà, solo recentemente “Ultima Generazione” ha iniziato a protestare all’interno di musei e pinacoteche. Il movimento nasce, infatti, con l’intento di bloccare le strade, creando ingorghi di traffico per causare scompiglio in grandi città come Roma. Il problema è che questo modo di manifestare distoglie il cittadino che va a lavorare, a portare i figli a scuola, a fare una visita, dal vero motivo per cui il traffico è bloccato. Inoltre, le macchine ferme con il motore acceso producono ulteriore inquinamento, che va a peggiorare la situazione. Visto il disappunto dell’opinione pubblica, possiamo dire che gli attivisti sono riusciti a far parlare di sé; tuttavia, anziché sensibilizzare le persone verso il problema ne hanno causato l’allontanamento. Bisogna allora chiedersi se questo è un modo giusto di protestare. Abbandonata l’arte e la cultura, riusciranno a confrontarsi con i governatori delle maggiori potenze mondiali?
Chiara Aprile (4ªAS)

Comments