Durante gli ultimi giorni non si è parlato d’altro che dell’entrata in vigore dell’obbligo del Green Pass, a partire dallo scorso venerdì, nei confronti di tutti i lavoratori italiani. Scelta giusta o sbagliata? Il popolo è diviso nel rispondere alla questione.
La decisione del governo ha difatti suscitato l’ira di molti lavoratori di ogni genere sprovvisti di certificato verde, sfociata poi in una serie di proteste in varie città d’Italia (come a Roma e a Milano, sabato 9 ottobre).
Al momento, per quanto riguarda l’applicazione del Green Pass, secondo la classifica stilata dal programma “Piazzapulita” di La 7, l’Italia è la nazione più severa, dietro solamente a Indonesia, Tagikistan e Turkmenistan (gli unici Paesi in cui ogni cittadino è obbligato ad essere vaccinato, nessuno escluso).
Evento importante e oggetto di discussione è stata la protesta tenutasi a Trieste il 15 ottobbre, davanti al Varco 4 del molo logistico del Porto Nuovo, organizzata da un gran numero di portuali proprio il giorno in cui è scattato l’obbligo del Green Pass, che ha causato un blocco quasi totale del traffico marittimo portuale.
Circa il 40% dei lavoratori del porto di Trieste non possiede il certificato verde, ma l’85% di essi era presente alla manifestazione. La protesta era capeggiata da Stefano Puzzer, il quale ha dichiarato: “Questa è una manifestazione per la libertà. Nella Costituzione è scritto che ciascuno ha diritto a lavorare senza incorrere in discriminazioni. Noi non ci fermiamo, neanche ora che il governo ha predisposto i tamponi gratuiti per la nostra categoria. Non individuateci come no-vax, io sono vaccinato e credo nel vaccino”.
Nasce adesso un problema: l’economia italiana potrebbe risentire di questo blocco, anche se non totale, dei traffici del porto di Trieste?
Il presidente del Friuli Venezia Giulia, Fedriga, ha ribadito che il blocco dello scalo di Trieste potrebbe causare un danno enorme sia all’economia della città sia ai lavoratori che guadagnano grazie all’indotto.
Il problema relativo al Green Pass non riguarda esclusivamente i portuali, ma anche altri lavoratori che hanno a che fare tutti i giorni con lo scalo, come i trasportatori, che spesso provengono da Stati che non forniscono la certificazione ai vaccinati.
Nei prossimi giorni, se il blocco dei traffici portuali persisterà, l’economia dell’intera nazione potrebbe essere subire dei danni. Queste sono le parole di Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità del sistema portuale di Trieste: “È in gioco il futuro del porto e del Paese: turchi e danesi mi hanno già detto che si cercheranno altri scali, se quello di Trieste resterà chiuso. I traghetti turchi nei prossimi giorni resteranno in rada, ma per quanto tempo? Le linee container ci mettono un attimo ad andarsene a Capodistria o a Fiume”.
Negli ultimi anni infatti, con D’Agostino alla guida, il porto di Trieste ha trovato un ruolo di rinnovata importanza, soprattutto come scalo di collegamento tra il Mediterraneo e l’Europa centrale.
Giovanni Ballaera

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