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REFERENDUM CANNABIS

Nei giorni scorsi è stato annunciato dal neopresidente della Consulta, Giuliano Amato, durante una conferenza stampa, che il referendum sulla depenalizzazione della coltivazione della Cannabis è inammissibile. Ma cosa chiedevano i cittadini con il referendum? Chiedevano di depenalizzare la coltivazione delle piante di Cannabis cioè di eliminare sia il fatto che quest’azione sia un reato sia l’illecito amministrativo. Questo referendum, stando a chi lo ha promulgato, aveva come scopo quello di colpire lo spaccio di droga onde evitare di far arricchire la criminalità organizzata e anche il sovraffollamento delle carceri, in quanto magari vengono detenute persone che hanno ottenuto piccole quantità di Cannabis da una pianta che hanno in balcone e poi i danni che essa ha prodotto non sono mai stati così preoccupanti come quelli causati dall’alcol o dal fumo. Per gli oppositori depenalizzare la coltivazione della Cannabis favorisce la tossicodipendenza i cui danni, in particolare sui giovani, non possono essere ignorati. Ma perché è stato bocciato? Giuliano Amato, afferma contestuali parole: “Il referendum non era sulla cannabis, ma sulle sostanze stupefacenti. Il quesito è articolato in tre sotto quesiti ed il primo prevede che scompaia tra le attività penalmente punite la coltivazione delle sostanze stupefacenti di cui alle tabelle 1 e 3, che non includono neppure la cannabis ma includono il papavero, la coca, le cosiddette droghe pesanti. Già questo sarebbe sufficiente a farci violare obblighi internazionali.” Subito dopo è arrivata la replica del presidente del comitato promotore Marco Perduca che afferma non ci sia stato alcun errore nella formulazione del quesito e che ciò che ha affermato Amato è intollerabile. Oltre al fatto che in molti Stati Europei è stata depenalizzata la coltivazione recentemente e tra gli ultimi a farlo è stata Malta. In sostanza, afferma Perduca, la Corte Costituzionale non ha fatto altro che cercare il pelo nell’uovo. Quindi su questo tema resta valida solo la pista dell’organo legislativo, il parlamento, che dovrebbe legiferare a riguardo.



Sofia Di Rosa

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