Oggi si pensa che per avere la cittadinanza basti soltanto nascere in Italia, tuttavia non è così.
Per molte persone con genitori stranieri è complicato, poiché per richiedere la cittadinanza bisogna avere almeno diciotto anni, e si deve ricostruire il percorso completo della propria residenza anagrafica (cioè dove si è vissuti dal giorno 0 fino ai diciotto anni). Oltre ai lunghi tempi d’attesa, la cittadinanza spesso viene negata in mancanza, anche di un breve periodo, della propria residenza anagrafica.
Gli apolidi, ovvero neonati abbandonati nel territorio Italiano, di cui non si conosce l'identità, sono più propensi a riceverla.
La mancanza della cittadinanza implica diverse limitazioni in svariati ambiti, quali:
· Sportivo (non poter partecipare ai concorsi pubblici);
· Sociale(sei considerato un cittadino di serie B);
· Politico(non hai diritto di voto);
· Scolastico(non poter partecipare a viaggi all’estero);
Il Referendum Cittadinanza propone di dimezzare da 10 a 5 gli anni di residenza legale in Italia necessari per richiedere la cittadinanza Italiana che, una volta ottenuta, viene tramandata ai propri figli.
Il referendum serve a modificare l’attuale legge che si basa sul principio dello “ius sanguinis”(diritto di sangue), secondo cui a una persona avente madre, padre o parente italiano la cittadinanza è garantita. Al contrario, gli stranieri nati in Italia ma da genitori non italiani non hanno quasi mai la cittadinanza garantita. Lo “ius sanguinis” si distingue dallo “ius soli”, che riguarda solo chi nasce in Italia, e dallo “ius scholae”, al quale può accedere solo chi completa un ciclo di studi di 5 anni. La concessione della cittadinanza comunque non sarebbe automatica. Oltre alla residenza ininterrotta in Italia resterebbero invariati gli altri requisiti già stabiliti dalla normativa vigente e dalla giurisprudenza, quali: la conoscenza della lingua italiana, il possesso negli ultimi anni di un consistente reddito, l’incensuratezza penale, l’ottemperanza agli obblighi tributari, l’assenza di cause ostative collegate alla sicurezza della Repubblica. Dimezzare il tempo in cui i cittadini extracomunitari devono vivere in Italia prima di avere diritto alla cittadinanza porterebbe il Paese in linea con le normative della maggioranza dei Paesi europei, tra cui Germania, Francia, Portogallo, Paesi Bassi e Regno Unito. I promotori del referendum che vuole rendere meno restrittiva la concessione della cittadinanza italiana agli stranieri hanno raccolto quasi 640 mila firme, che ora sono all’esame della Corte di Cassazione. Entro il 31 ottobre la Corte dovrà stabilire se la raccolta delle firme è avvenuta rispettando la legge e, in caso positivo, toccherà alla Corte Costituzionale stabilire, entro il 10 febbraio 2025, se il referendum è ammissibile e se ne potrà tenere conto, oppure no.
Guglielmo Savà, Giulia Militello e Lucrezia Gambuzza
Bình luận