Pensi che la democrazia ti protegga? Domanda contraddittoria, no? Una “forma di governo che si basa sulla sovranità popolare e garantisce a ogni cittadino la partecipazione in piena uguaglianza all’esercizio del poterepubblico” - definizione fornita dalla Treccani - dovrebbe farti sentire un bambino confortato dal grembo materno; in qualità di genitore, Mamma Italia dovrebbe stimolarti a nutrirti in autonomia, a spiccare il volo, a migrare verso nuovi orizzonti e, infine, a ricreare quel senso di conforto per chi verrà dopo, conscio che anche quell’essere affronterà gioie e dolori, migrando e rimigrando.
Ma siamo sicuri che qualcuno, “nel mezzo del cammin di nostra vita”, non ci impedisca di volare, lasciandoci sempre nello stesso nido, che presto o tardi diventerà stretto? Bene, la soluzione non può essere che questa: in una “democratura” quale è quella che viviamo, in cui l’autoritarismo passa attraverso i meccanismi della democrazia, abbiamo il diritto e il dovere di disfarci di tutto quello che ci immobilizza a terra.
L’avevano compreso già i personaggi della Resistenza italiana. Giorno 25 aprile di ogni anno, non ci dovremmo riunire solo per l’amore che nutriamo nei confronti dello stare insieme: l’ideale sarebbe tenere a mente che, all’occasione, abbiamo il dovere di mobilitarci contro chi cerca di anestetizzarci, a beneficio della nostra Liberazione.
Come ebbe a dire Michela Murgia al Salone del Libro 2023, quello che ci trae in inganno all’interno di una democrazia è la mancata consapevolezza che, per definizione, la stessa democrazia ammette tutte le idee, pure quelle di chi vorrebbe il sistema democratico morto.
Quello che ci vorrebbe non è la dittatura della democrazia, il che sarebbe controverso, bensì la consapevolezza di poter manifestare il proprio dissenso e di non additare come fascisti o comunisti tutti quelli che divergono da un’idea principale. Con la differenza - sostenuta dallo storico Alessandro Barbero - che il fascismo ha fatto ciò che diceva di voler fare; il comunismo ha raggiunto livelli fallimentari e controversi, ma i comunisti furono anche quelle persone che non vollero mai il potere, ma giustizia, democrazia e libertà.
Roberto Rossellini, celebre regista morto sul finire degli anni settanta, ci ha lasciato un importante monito alla Resistenza. In “Roma città aperta” è presente un fotogramma che passerà alla storia, capace di cambiare la memoria collettiva dell’Italia del Dopoguerra: Pina (Anna Magnani), nonostante il divieto che le impone di rimanere inerte, insegue il camion nazista in cui il marito viene portato via con la forza; Pina viene sparata. Sarebbe fantastico se ogni tanto ci comportassimo come lei, incuranti della possibilità di essere fermati per sempre. Sarebbe meraviglioso essere più spesso una persona come Serena Bortone o, la già citata, Michela Murgia. Perché se non ti fai avanti e non ti dai voce, è certo che rimarrai inibito da quelle persone che, la tua voce, non vogliono neppure sentirla.
Andrea Pisana
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