“Passava documenti segreti” questa è la frase che ultimamente abbiamo sentito ai telegiornali.
Un altro scandalo tutto italiano dove questa volta è coinvolto l’ufficiale della Marina Militare Walter Biot, in servizio presso lo Stato Maggiore della Difesa, accusato di aver venduto documenti top secret alla Russia.
L’accusa che gli è stata mossa è quella di spionaggio politico-militare e rivelazione di segreto.
I sospetti puntati su Biot erano nati già da mesi ma il fermo, con il conseguente arresto, è scattato il 31 marzo in un parcheggio di Roma, dove i carabinieri lo hanno sorpreso durante la consegna dei documenti.
A seguito delle indagini svolte, gli inquirenti sospettano che i documenti siano stati inizialmente fotografati dallo schermo del computer dallo stesso Biot, per poi essere stati trasferiti, insieme ad altre immagini, in una pendrive consegnata infine ad un ufficiale russo.
A prendere le difese di Biot è stata la moglie Claudia che in un’intervista al Corriere della Sera ha affermato: “Ai russi ha dato il minimo che poteva dare, niente di così compromettente”, così come lo stesso Biot aveva riferito al proprio avvocato. La donna ha anche rivelato che il gesto del marito era dovuto alla loro preoccupante situazione economica, peggiorata a seguito della pandemia.
È necessario ricordare che l’ufficiale italiano si occupava della proiezione degli assetti italiani della Difesa in teatri operativi esteri e anche di operazioni NATO, UE, ONU.
Quindi, a rendere l’azione ancora più rilevante è il fatto che nella scheda di memoria sequestrata siano stati trovati moltissimi documenti, tra cui nove classificati come riservatissimi e quarantasette di tipo “NATO Secret”.
C’è chi considera questo uno degli episodi più gravi dai tempi della Guerra Fredda. Egli ha messo a rischio la sicurezza nazionale e anche quella di molti altri Paesi ed è proprio a causa della serietà di questo evento che l’ambasciata russa speri in un non troppo evidente riflesso dell’accaduto nei rapporti bilaterali.
La gravità del fatto resta ed è ingiustificabile: il mancato senso del patriottismo, quello stesso patriottismo per il quale molti, nella storia, hanno combattuto e perso la vita, ai giorni nostri è stato svenduto per il proprio tornaconto personale. L’amor di patria pare sia purtroppo un altro valore fondamentale nella vita dell’uomo che sta scomparendo insieme a tanti altri divenuti oggigiorno semplici elementi di una “società liquida”. E lo stesso sociologo Bauman, del resto, non usa mezzi termini quando afferma che in questa modernità “tutto si trasforma in merce, incluso l’essere umano”.
Paola Gentile e Giorgia Aprile

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