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Topolino e basta?

“Se potete sognarlo, potete farlo” è uno degli aforismi più conosciuti di Walt Disney che descrive al meglio la sua persona e la sua carriera. Egli fu il fumettista, doppiatore, regista, produttore e imprenditore statunitense che ha dato vita a uno dei primi e più fantastici parchi a tema, ovvero Disneyland, ed è stato colui che ha dato vita all’amatissimo, ma non conosciuto a pieno, personaggio di Topolino. La nostra, le generazioni precedenti e non solo, sono cresciute con la conoscenza innata di Topolino; esso infatti è un personaggio immaginario non proprio recente: fu ideato alla fine degli anni venti, comparve nelle strisce dei quotidiani americani nel 1930, ma ancor prima in un cortometraggio muto del 1928, Plane Crazy, ma anche in quello sonoro del novembre dello stesso anno, Streamboat Willie, diventando il simbolo di un colossale impero mediatico. Topolino da allora in poi è comparso ovunque: nei parchi a tema, nelle strisce sui quotidiani, sui fumetti, nei cartoni animati, sulle magliette e sulle tazze… insomma, un vero e proprio mito dell’animazione dell’ultimo secolo. La bellezza di questo personaggio sta nel fatto che accompagna le generazioni di ogni tempo: all’origine impersonava il New Deal di Roosvelt, mostrandosi sorridente e pronto ad affrontare tutto dandosi da fare (infatti nel 1929 gli USA attraversarono la Grande depressione); al giorno d’oggi Topolino è visto dai bambini come emblema della creatività e dell’allegria, e non quindi com’era visto nel 1929. La figura di Topolino è perciò emblematica e forse, proprio per questo, solo in pochi si sono chiesti e si chiedono perché sia un topo. Riflettendoci, è strano che l’amico con cui molti bambini sono cresciuti sia un topo: quest’ultimo è infatti uno degli animali più demonizzati, in passato portatore di pestilenza e attualmente uno dei principali nemici delle nostre case, tra i nemici che speri di non incontrare mai! Topolino nasce sostanzialmente da un litigio: infatti, inizialmente Walt Disney aveva creato il coniglietto animato Oswald the Lucky Rabbit e con questa trovata gli affari stavano andando a gonfie vele tanto è vero che il personaggio della Disney Brothers Studios riscontrò tanto successo nel pubblico quanto nella critica. Purtroppo però, Disney litigò con il socio che gli portò via l’opera e i suoi disegnatori, costringendolo così a ripartire dal principio, con nuovi disegnatori, con un coniglio leggermente più panciuto dalle orecchie arrotondate e con un animatore fedele, Ub Iwerks; fu poi Walt a dargli la voce e Floyd Gottfredson definì il lato avventuroso di Topolino nelle strisce giornalistiche. Topolino, negli anni, è stato modificato sia fisicamente sia caratterialmente, giustamente in relazione ai tempi, ciononostante è rimasto l’animaletto con la fiamma della gioventù che ancora si meraviglia. Anche noi, crescendo, dovremmo trattenere dentro di noi questa qualità di sapersi meravigliare, di ricercare, di cercare di realizzare i propri sogni e di rialzarsi dopo una caduta, proprio come fece Walt Disney e proprio come fece Topolino.

Andrea Pisana


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