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TRASH FASHION

I vestiti usati in Europa e negli Stati Uniti si accumulano in Cile prima di andare nei mercati mondiali per essere rivenduti. Data l’enorme quantità, molti di essi restano invenduti e destinati ad essere bruciati costituendo una gravità enorme per l’ambiente. Atacama, situata a nord del Cile, il posto con più siccità al mondo, si è trasformato anche in un “cimitero” di indumenti e gli abiti che si trovano lì vengono etichettati come di “seconda mano” e portati dove possono essere nuovamente venduti nel Cile stesso e in altri paesi dell’America Latina o, in caso, eliminati senza troppe formalità. Nel 2021 sono stati scaricati 59.000 tonnellate di capi di cui solamente il 15% viene rivenduto. Buona parte dei vestiti è in fin di vita già da subito a causa di un’industria della moda “mordi e fuggi” o fast fashion, dove tutto si crea a ciclo continuo ma niente si distrugge a costo zero nonostante le industrie sappiano dell’esistenza del cosiddetto buco nero di Atacama. Gli esperti ambientalisti dicono che in questo modo è minacciata la biodiversità della zona oltre che la salute di centinaia di cittadini. Il direttore dell’ambiente dell’Alto Hospicio,Edgar Ortega, ha affermato che non avendo alcun impedimento legale fino ad oggi, l’unica soluzione è quella di bruciare i vestiti sebbene sia pericoloso per l’aria perché essi non essendo biodegradabili rilasciano sostanze tossiche e cancerogene; ma così con il passare del tempo le conseguenze dell’alterazione dell’ecosistema saranno irreversibili. Per limitare i danni dell’inquinamento, il governo locale ha dichiarato che le industrie tessili d’ora in poi dovranno assumersi la responsabilità dei propri scarti cercando di attuare il riciclaggio o il riuso. Il trash fashion è dunque un altro esempio di mancanza di rispetto da parte dell’uomo per la sua casa comune cioè la Terra.

Che fare allora nel nostro piccolo? Ognuno potrebbe contribuire a risolvere questo problema con donazioni a favore di bisognosi o di associazioni a scopo benefico, oppure se gli indumenti sono in ottimo stato potrebbe scambiarli, rivenderli, dare loro una nuova vita, così che la ricerca tecnologica possa fare, nel minor tempo possibile, anche se già sembra essere sulla buona strada, la creazione di nuovi tessuti e materiali totalmente biodegradabili e riciclabili.

Jolanda Baja e Giada Gentile

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