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Trump ha vinto: cosa cambia nella finanza?

Dalle elezioni americane 2024 l’ha spuntata Donald Trump, ai danni della sua contendente principale Kamala Harris. Ciò ha avuto effetti immediati sia sui mercati globali, sia sulla stessa borsa americana, con Wall Street che ha fatto registrare un rialzo dell’1.5%; il dollaro, inoltre, ha raggiunto il suo picco massimo di +1,8% contro l’euro. Tuttavia, la vittoria di Trump potrebbe essere un rischio per l’Europa, a causa delle politiche commerciali protezioniste che il nuovo presidenti degli Stati Uniti vorrebbe mettere in atto. Ecco una breve analisi riguardo agli scenari presenti e futuri. Parlando della borsa americana, si è registrato un immediato rialzo dopo la notizia del successo di Trump. Gli investitori sono generalmente ottimisti sulle politiche economiche che si prospettano, le quali dovrebbero allentare le regolamentazioni e favorire il settore privato. Tuttavia, alcuni analisti avvertono che questo slancio potrebbe essere di breve durata se l’amministrazione adotterà una linea esageratamente protezionista. Anche il dollaro ha risentito dell’influsso positivo post elezioni, toccando il picco massimo rispetto ad altre valute come l’euro o lo yen. La preoccupazione però sta nel fatto che una moneta troppo forte potrebbe essere meno competitiva in ambito internazionale, influenzando settori come l’agricoltura, l’automotive e la tecnologia. Le criptovalute hanno seguito il trend del dollaro, con Bitcoin che ha raggiunto livelli record.  La possibilità di un approccio favorevole o almeno tollerante di Trump nei confronti di questo settore ha spinto gli investitori a scommettere su questo mercato. La promessa di regolamentazioni meno stringenti rispetto all’amministrazione precedente apre nuove opportunità per gli asset digitali e attrae sempre più investitori. In Europa, invece, si osserva più cautela. Con la prospettiva di un dollaro molto forte e una politica estera di gran lunga più protezionista rispetto alla precedente, si presuppone un rischio per le economie del vecchio continente già sotto pressione per l’inflazione e i tassi d’interesse elevati. In futuro si prospettano diversi scenari: mentre per gli USA potrebbe aprirsi un periodo di entusiasmo finanziario, un approccio eccessivamente protezionista potrebbe frenare la crescita globale, con conseguenze negative per i mercati emergenti e per le economie fortemente dipendenti dal commercio internazionale.

 

Giuseppe Pagano e Francesco Drago

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