Un caso di cronaca, dapprima presentato come un banale incidente stradale, ha scosso la campagna elettorale per le presidenziali in Francia: Jeremy Cohen, un giovane trentunenne con disabilità motoria, è stato investito da un tram nei pressi di Bobigny, banlieue di Parigi, il 16 febbraio.
Solo ora, però, ne emergono le implicazioni sociali. La morte del ragazzo è stata preceduta da una violenta aggressione antisemita che molti non hanno voluto vedere. Un video molto drammatico mostra, infatti, che Jeremy, poco prima dell’accaduto, era stato aggredito da un gruppo di circa quindici giovani, i quali, dopo averlo accerchiato, hanno iniziato a picchiarlo ininterrottamente. Secondo i genitori indossava la kippà e per questo sarebbe stato preso di mira, dunque emerge lo spettro dell’antisemitismo. Nel tentativo di evitare che la sua morte finisse archiviata, la famiglia di Jeremy ha svolto le indagini in autonomia, chiedendo l’aiuto di Eric Zemmour. Questi, peraltro, in quanto candidato alla presidenza, ha fatto della “questione islamica” uno dei temi principali della sua campagna elettorale, forte anche delle sue origini ebraico-algerine. A pochi giorni dal voto, anche il presidente Emmanuel Macron ha chiesto maggiore chiarezza sull’accaduto, evitando però strumentalizzazioni politiche.
Nella comunità ebraica francese è vivo il ricordo dei precedenti casi di aggressioni antisemite sulle quali la giustizia non ha mai fatto luce. Basti pensare all’omicidio di Sarah Halimi, una pensionata di 65 anni, il cui corpo straziato fu rinvenuto in una strada del quartiere parigino di Belleville il 4 aprile 2017. La donna, che viveva sola, era stata sequestrata, picchiata e infine gettata nel vuoto dal suo appartamento al terzo piano da un vicino di casa musulmano. Quest’ultimo, che la conosceva come ebrea praticante, ha infierito su di lei urlando testuali frasi: “Questo per vendicare i miei fratelli”, “Allah Akbar” e “Ho ucciso il demonio”. L’assassino ha potuto evitare il processo perché al momento dei fatti era sotto l’effetto dell’hashish, dunque, secondo i giudici, non sarebbe stato padrone dei propri atti, tuttavia il crimine e il movente antisemita sono assodati. Pertanto, il processo sarebbe stato un’importante occasione per far luce sul fenomeno assai complesso dell’antisemitismo di matrice islamista.

Soraja Modica
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