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Un valzer astronomico

Non c’è niente di più affascinante delle scoperte astronomiche che allargano gli orizzonti dell’uomo sempre di più verso l’universo infinito, una realtà che meraviglia costantemente con i suoi segreti “svelati”.

Uno di questi segreti è stato pubblicato, recentemente, dalla rivista “Nature” e riguarda la scoperta di “un nuovo sistema solare”, costituito da sei pianeti caratterizzati da orbite così regolari da sembrare quasi danzare in un valzer cosmico. Il sistema planetario, che costituisce una configurazione orbitale molto rara, ruota intorno alla stella HD 110067, una stella più debole del Sole ma la più luminosa fino ad ora scoperta con più di quattro esopianeti, che si trova a circa 100 anni luce dalla Terra.

La straordinaria scoperta è frutto del lavoro di una squadra di astronomi e ricercatori agevolati da numerosi telescopi spaziali. In questa missione ha lasciato la sua impronta anche l’Italia, soprattutto grazie al telescopio Cheops dell’Agenzia Spaziale Europea.

Nel 2020 la NASA era già impegnata in un’indagine riguardante le inspiegabili variazioni di luminosità di una stella, poi completate proprio grazie al particolare telescopio Cheops. Esso riuscì a rivelare la presenza di nuovi pianeti, inizialmente ritenuti due, che orbitano intorno alla stella osservata.  Dunque, la successiva scoperta di questi sei nuovi pianeti “danzanti” è, in realtà, la risposta alle misteriose variazioni di luminosità.

“Per gli astronomi, la scoperta è una miniera di dati, utili a capire la formazione dei sistemi planetari” ha detto il coordinatore dello studio dell’Università di Chicago alla rivista “Nature”.

Infatti, la scoperta di questo sistema planetario induce sicuramente a ritenere possibile la presenza di forme di vita sui suoi pianeti “sub-nettuniani” così chiamati per le loro dimensioni comprese tra quelle della Terra e quelle di Nettuno; essi sono caratterizzati da un nucleo roccioso e caldo e per molti altri aspetti differenti dal nostro pianeta. Risalenti a circa quattro miliardi di anni fa, gli esopianeti sono in risonanza tra loro, cioè dotati di una grande stabilità, ciò fa sì che si creino le condizioni ideali per lo sviluppo di forme di vita al loro interno.

“Se si andasse a cercare la vita in un altro sistema planetario, si andrebbe lì” affermano i ricercatori portando avanti le loro ricerche e le loro osservazioni, raccontando passo dopo passo l’infinita storia del cosmo.

Un grande aiuto sarà inoltre fornito dai telescopi spaziali dell’Esa, una compagnia specializzata nello studio degli esopianeti, che saranno in grado di visitare il nuovo “valzer astronomico”.

La ricerca scientifica, dunque, non si ferma mai come un grande libro di cui ancora non si è scritto il finale. Poiché, come disse la poetessa statunitense Muriel Rukeyser, “l’universo è fatto di storie” e noi esseri umani spinti dalla fame di conoscenza, non possiamo fare a meno di mettere per iscritto queste magnifiche storie.

                                        Bora Guna e Angelica Trovato

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