In un periodo così triste - un limbo per l’umanità -, in cui argomenti frequenti di discussione sono il coronavirus e i danni da esso causati, notizie sul tanto atteso vaccino e scoperte nel mondo scientifico e archeologico sollevano l’animo. La scoperta e la riflessione sono una vera e propria via di scampo da questo labirinto.
Sono stati rinvenuti di recente due corpi nel parco archeologico di Pompei, diretto dal professore di archeologia classica Massimo Osanna. Uno dei due era un uomo nobile di mezz’età, l’altro il suo servo, giovane ma consumato dalla fatica del suo lavoro.
I primi scavi sul sito di Pompei risalgono al 1748. Pompei e altre città romane, come Ercolano, erano state sommerse dal materiale piroclastico conseguito dall’eruzione del vulcano Vesuvio, avvenuta il 25 ottobre del 79 d.C.. Seguendo la tecnica del calco, elaborata da Giuseppe Fiorelli nel 1863, gli archeologici moderni sono riusciti a ottenere dei calchi precisi con tanti dettagli sui corpi in questione. La tecnica di Fiorelli, fondatore del museo nazionale di San Martino, invece, consiste nella colatura di gesso liquido nel vuoto lasciato dai corpi nella cenere. Gli esperti sono riusciti a capire che i due uomini avevano una coperta, sicuramente in risposta alla pioggia di lapilli e materiale piroclastico. Si è dedotto inoltre che il loro decesso è avvenuto il secondo giorno dell’eruzione, probabilmente intorno alle 9 del mattino. Inoltre gli archeologici pensano che il servo e il suo signore stessero fuggendo per mettersi al riparo, ma solo il tempo e le ricerche future daranno risposta a enigmi come il luogo verso cui erano diretti. I corpi sono stati rinvenuti nella villa suburbana di Civita Giuliana, luogo di passate e fantastiche scoperte: nel 2017 gli archeologici hanno trovato i resti di tre cavalli di rinomata razza e precedentemente era stato rinvenuto un muro affrescato con il nome di una bambina.
Oltre alle informazioni che si possono trarre dai calchi, che già di suo sono importanti, una scoperta del genere dovrebbe spingere a riflettere su quanto sia importante l’archeologia: essa costituisce un riscontro con la tradizione orale degli accaduti, ma anche sensibilizza i cittadini a tutelare l’immenso patrimonio culturale italiano, per cui ci ammira tutto il mondo. Inoltre, guardando i calchi di quest’uomo e del suo servo, viene da pensare a quanto sia importante la vita, che ad alcuni viene strappata da malattie o dalla Terra stessa, come in questo caso.

Andrea Pisana
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