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Una morte ingiusta

Tyre Nichols era un cittadino afroamericano di soli 29 anni della città di Memphis del Tennessee, aveva un lavoro stabile e stava cercando di migliorare la sua figura di padre per suo figlio di quattro anni; Tyre è la vittima del caso che sta scuotendo attualmente l’America, egli, infatti il 7 gennaio è stato fermato dalla polizia con sospetto di guida pericolosa vicino casa sua. L’evento che avvenne in seguito fu terribile, quello che doveva essere un normale controllo divenne un’aggressione da parte di cinque agenti afroamericani, che lo colpirono mediante calci, pugni e manganellate. Venne, successivamente trasportato in ospedale dove morì tre giorni dopo, assistendo così per l’ennesima volta a un abuso di potere da parte della polizia americana.

Come mostrano le immagini cruenti dei video disponibili in rete, mentre Tyre subiva una tale ingiustizia urlava disperato “Mamma, mamma!”, sperando di essere sentito dalla madre che era in casa. Quel grido ci riporta subito alla mente la voce di George Floyd che ripeteva la medesima parola, consapevole di non potersi salvare dalla ferocia degli agenti che lo avevano fermato.

Come accadde per George, anche in questi giorni la popolazione americana si è radunata in diverse città (come Washington, Boston, San Francisco, Filadelfia ecc.), nei parchi e nelle strade più importanti e significative a manifestare creando disordini nel traffico cittadino. Ciò ha portato il dipartimento di polizia a prendere la decisone di sciogliere l’unità Scorpion della quale facevano parte i cinque agenti licenziati e incriminati per la morte di Tyre.

Dopo la celebrazione del funerale un gruppo di persone ha marciato in protesta fino alla stazione di polizia, osservando in seguito tre minuti di silenzio, lo stesso tempo in cui i poliziotti hanno pestato il ragazzo.

E’ presente una visione comune: c’è qualcosa nella polizia di questo paese che deve essere trasformato, se da un lato ci sono bravi agenti che hanno a cuore le loro comunità, dall’altro ci sono ancora quelli che portano un distintivo e credono di essere al di sopra della legge. Bisogna concentrarsi sul lascito che il comportamento di certi agenti possa rovinare e in questo caso porre fine alla vita di persone innocenti.

Angelo La China e Linda De Luca


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