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Willow project: una bomba al carbonio?

In un’ottica che guarda al futuro, alle bellezze da creare o preservare, al mantenimento delle tradizioni, si fa sempre sentire il campanello d’allarme sull’ambiente. Le problematiche ambientali non sono andate via. Allo stesso modo, Greta Thunberg non è scomparsa: l’attivista svedese ci ha spronati ad un’azione pacifica contro coloro che aggravano la crisi climatica, il che ha influenzato molteplici programmi elettorali all’insegna del rispetto dell’ambiente. Tuttavia, ci sono dei fattori che possono deviare da questi impegni elettorali.

Si pensi al progetto Willow, stipulato tra l’amministrazione Biden e la ConocoPhillips, multinazionale focalizzata sulla ricerca e il commercio di idrocarburi in Alaska. Si tratterebbe della creazione di impianti di trivellazione nella cosiddetta National Petroleum Reserve, nata perché la marina militare USA avesse delle riserve in caso di emergenza. É oggettivamente un progetto invasivo, ma occorre analizzarne le ragioni per poterlo giudicare.

Durante la campagna elettorale che vide Biden e Trump fronteggiarsi, infatti, le loro posizioni risultarono palesemente antitetiche. A dimostrazione di ciò, il presidente Biden ha emanato diverse leggi per andare incontro agli obiettivi ambientali previsti per il 2050. Ma, ad oggi, la realtà geopolitica mondiale è cambiata parecchio: l’invasione russa dell’Ucraina ha sconvolto i mercati internazionali e di conseguenza l’approvvigionamento energetico.

Le proteste non sono di certo mancate. Un’ondata di opposizioni dilagante per TikTok, manifestazioni davanti alla Casa Bianca e centinaia di migliaia di petizioni raccolte in tutto il mondo hanno fatto sì che l’avvio del progetto venisse leggermente posticipato; adesso è ufficialmente partito, ma dovrà affrontare un’analisi del suo impatto ambientale. I repubblicani alla direzione delle agenzie petrolifere statunitensi hanno prevedibilmente accusato la Cina di sfruttare TikTok per manipolare le opinioni dei cittadini su questioni di sicurezza nazionale. La paura dello straniero tarda ad andarsene. A rigore, Earthjustice ha manifestato di voler intraprendere un’azione legale contro l’abominevole progetto.

Perché preoccuparsi o perché non farlo? Le proteste trovano origine nella volontà di proteggere l’ambiente dalle minacce umane che causano l’inquinamento delle fonti d’acqua dolce e lo sconvolgimento dei ritmi degli animali migratori. Il progetto Willow è stato poi definito una bomba al carbonio: le emissioni di gas serra, infatti, non sarebbero indifferenti. Di contro, i sostenitori del progetto assicurano un notevole aumento dei posti di lavoro disponibili e dei significativi introiti statali; inoltre, per affievolire le proteste, si starebbe pensando a delle piantumazioni di alberi per compensare almeno metà delle emissioni.

Mi chiedo: si tratta di un Paese del Nord del mondo leggermente eclissato che vuole riaffermarsi a discapito dell’ambiente? O sono forse i repubblicani di Trump che vogliono riaffermarsi al cospetto di un presidente che non riconoscono?

Andrea Pisana


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