Il conflitto israelo-palestinese, inaspritosi il 7 ottobre a seguitodell’attacco per mano di Hamas, ha senza dubbio complicato ilquadro geopolitico mondiale, causando drammatiche conseguenze riguardanti non soltanto le due potenze in conflitto, bensì anche i Paesi circostanti.
Un esempio lampante è rappresentato dallo Yemen, collocato al sud della penisola arabica, dove dal 2014 al 2023 si è verificata una graveguerra civile - che ha causato oltre 100.000 morti – parzialmenteconclusasi con la vittoria degli Houthi.
Quello degli Houthi è un gruppo paramilitare nato nel 1992 infunzione anti-governativa, che dal termine della guerra interna ha il comando della zona occidentale e nord-occidentale del territorio, di cruciale importanza perché si affaccia sul mar Nero.
Dopo il contrattacco di Israele in seguito all’offensiva del 7 ottobre, gli Houthi si sono schierati con Hamas cercando di bloccare le navi mercantili dirette in Israele. Così facendo hanno messo in crisi i cosiddetti “choke points”, cioè i cruciali punti di passaggio per le navi mercantili. L’offensiva degli Houthi è infatti iniziata il 17 ottobre con attacchi missilistici verso le navi cargo con carico per Israele che navigavano nel Mar Rosso; l’attacco si è poi esteso a tutte le navi chetrafficavano in quella zona, mettendo a repentaglio la loro incolumità e rendendo quindi inagibile uno dei principali otto choke points al mondo: lo stretto di Bab El-Mandeb, le cui acque bagnano lo Yemen. Di conseguenza, rendendo impraticabile questo primo punto, gli Houthi hanno bloccato anche l’accesso al Canale di Suez, di importanza ancora maggiore, in quanto permette il collegamento Oriente-Occidente evitando l’Africa.
La conseguenza è storica: le navi, per compiere il loro tragitto, devonoa questo punto circumnavigare
l’intera Africa, come accadeva prima della creazione del Canale di Suez datata 1869. Ciò ha portato a navigazioni il cui tragitto è statoallungato di 5000 km, con conseguente aumento di durata – 2settimane in più – e costi di trasporto, che gravano sulle spalle di noi cittadini al momento dell’acquisto di prodotti o di gas e petrolio, il cui commercio e trasporto si svolgono prettamente nelle zone marittime attualmente controllate dagli Houthi. Per porre una sistemazione alla drastica situazione sono intervenuti gli Stati Uniti, supervisori del commercio marittimo globale e controllori dei choke points, i quali, dopo aver inviato agli Houthi un ultimatum - prontamente rifiutato –hanno bombardato con l’aiuto di altre potenze mondiali – tra cui Regno Unito, Germania e Corea del Sud – 60 punti sensibili in 16 luoghi controllati dagli Houthi.
Per il momento nell’operazione di contrattacco coordinata dagli USAnon rientra l’Italia, la quale, però, si starebbe preparando per misuread hoc, dal momento che il blocco di questi importanti sbocchimarittimi commerciali danneggia anche i porti italiani.
Gli Houthi attaccano per difendere la Palestina; gli Stati uniti perdifendere Israele, se stessi e il commercio globale intero. È una guerra moderna, strategica, politica ed economica, che potrebbe aggravarsi da un momento all’altro coinvolgendo più potenze mondiali e causando gravi crisi.
Gabriele Iacono
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