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ALASKA

Quello che sto per proporvi è un interrogativo: vivreste mai in Alaska? Per quanto ami il freddo, mi sento io stessa di dire di no e di accontentarmi del morboso inverno siciliano, che non è mai stato un granché. Ora provate ad immaginare la povera e scarsa popolazione dell'Alaska a cui di certo non si può dir nulla se non è proprio innamorata del clima o della desolazione che la circonda.

A tutto questo dovete aggiungere ciò che potrebbe peggiorare di gran lunga la permanenza lì: Hanover Hause, una clinica psichiatrica di massima sicurezza che per finalità scientifiche ospita alcuni dei più feroci serial killer d'America. Da quando è stata aperta, tre mesi prima, nessuno si sente più al sicuro nella cittadina di Hilltop, nonostante la dottoressa Evelyn Talbot si batta continuamente per far accettare il suo lavoro all'interno della comunità. Ma tutti i suoi sforzi sembreranno vani quando, dopo l'ennesima tormenta di neve, viene ritrovato il corpo martoriato di una donna. Per l'intera popolazione quell'avvenimento dimostra quello che hanno sempre temuto: portare gli assassini più spietati d'America a pochi passi dalle loro case non è stata un'idea saggia. Mentre il clima non fa altro che peggiorare, la dottoressa dovrà fare i conti con il proprio passato che sembra inseguirla ovunque vada, portando con sé un trauma di vent'anni prima, continuamente (nel vero e proprio senso della parola) rimarcato durante l'intera narrazione.

Il tutto è circondato da una cornice romantica, che poteva essere risparmiata al lettore, ma che viene introdotta solo per staccare gli eventi criminosi dalla vita privata della dottoressa.

In generale, ho molto apprezzato le citazioni introdotte all'inizio di ogni capitolo, così come lo svolgimento dei fatti, che risulta scorrevole nella narrazione. Alaska è quindi un romanzo che consiglio, soprattutto a chi non conosce bene questo genere, ma non molto a chi è già immerso nei thriller. Senza dubbio, vi ritroverete catapultati tra la natura incontaminata del freddo Nord (certamente un ottimo clima, a mio parere) per rendere le vacanze natalizie un po' più gelide e misteriose.

Vi do un ultimo consiglio: non fatevi coinvolgere troppo e non pensate nemmeno per un attimo che i serial killer possano davvero pentirsi. Chi uccide per divertimento, come ribadisce la scrittrice del romanzo, Brenda Novak, non ha sentimenti, neanche per pentirsi.

“Non ho il minimo desiderio di ravvedermi. Il mio solo desiderio è far ravvedere quelli che cercano di farmi ravvedere. E penso che l'unico modo per far ravvedere la gente sia ucciderla. Il mio motto è: derubali tutti, stuprali tutti, ammazzali tutti”: parola di Carl Panzram, serial killer, piromane, ladro, scassinatore e stupratore.

Alessia Marinero

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