ALFREDINO
- Scicliceo
- 6 giorni fa
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Ciao, mi chiamo Alfredo Rampi e ho sei anni, per questo tutti mi chiamano “Alfredino”. Vivo vicino Roma con la mia famiglia: mamma Franca, papà Ferdinando e mio fratello Riccardo, di soli due anni. Frequento la prima elementare e spesso trascorro i miei pomeriggi dai nonni. Durante uno di questi pomeriggi, mentre giocavo, mi sono allontanato incuriosito, ma ad un tratto sono precipitato giù. Ho provato a rialzarmi nonostante la confusione, perché lì era buio e faceva freddo anche se era estate. Per fortuna dopo un po' di tempo ho sentito la voce della mia mamma e del mio papà. Ci hanno messo un secolo a trovarmi, anche se mi hanno detto fosse passata solo qualche ora. Sentirli mi rincuora, ma sentivo che non erano come sempre, sembravano agitati. Intanto il tempo passava e ero ormai troppo stanco; mi dicevano di resistere, dato che sono sempre più vicini, e così facevo. Mi sono insospettito, i miei genitori non erano soli e quindi mi hanno spiegato che c’erano la polizia e i vigili del fuoco, il mio sogno è quello di diventare uno di loro. Ero entusiasta, mi intrattenevano facendomi fantasticare sul mio futuro. Poi mi hanno parlato di un uomo, Angelo Licheri, che si stava calando giù; allora mi sono chiesto perché non stessero venendo il mio papà o la mia mamma a prendermi; quindi ho pensato di sentire che il posto dove ero caduto fosse troppo stretto e non tutti lo potessero percorrere. Penso che alla fine nemmeno quell’uomo abbia capito di non essere riuscito a salvarmi, ma li ringrazio comunque per avermi aiutato. Dopo poco più di quarantotto ore non riesco più a resistere. Per me quel giorno rimarrà tale, ma la mia mamma ha scelto di evitare che altre persone si facciano male cadendo in dei pozzi e insieme a tante persone ha creato un’associazione per evitarlo: la protezione civile.
Maria Vittoria Di Rosa
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