L'INDIFFERENZA TRADISCE L'UMANITÀ
- Scicliceo

- 25 minuti fa
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Il 22 agosto 2025, a bordo di un vagone della linea blu della Lynx Rapid Transit di Charlotte, negli Stati Uniti d’America, si è consumato l’assasinio della giovane rifugiata ucraina, Iryna Zarutska, la quale dopo aver sfidato la guerra per trovare la pace, è stata brutalmente aggredita da Decarlos Brown Jr., un individuo con gravi disturbi, in un atto di violenza assurda e priva di scrupoli.
Questo episodio rivela, non solo l'inefficacia del sistema di controllo, in quanto l'aggressore era salito sul treno senza biglietto, ma anche la forte apatia degli altri passeggeri.
Il cuore si spezza pensando ai suoi ultimi istanti, a quel pianto ignorato dai presenti, la maggior parte di colore, che si sostituiva al loro silenzio.
Questa inazione svela un'inversione dei ruoli agghiacciante: se un tempo i potenti, ignoravano l'oppressione sui gruppi marginalizzati, ora la paura annulla l'empatia in tutti, anche in coloro che avevano subito la stessa indifferenza, tradendo ogni forma di solidarietà umana.
L'aggressore, gridando la motivazione razziale “Ho colpito quella ragazza bianca perché mi leggeva la mente”, ha introdotto la dinamica di una rabbia repressa. Il "debole" si fa "forte" con la violenza, replicando il trauma subito.
Questa patologia dell'inversione ha un'eco drammatico anche sui fronti di guerra, soprattutto a Gaza. Il popolo ebraico, che porta il peso della Shoah, detiene oggi il potere militare. Le sue azioni sono lette come una tragica replica dell'oppressione subita in passato: la paura atavica e il trauma del genocidio si trasformano in un uso sproporzionato della forza.
Non si può sperare in un mondo migliore se per primi non siamo disposti noi a cambiare, ad essere più umani, anche quando quella stessa umanità è mancata o potrebbe mancare nei nostri confronti. Non possiamo estinguere il male con altro male. L'omicidio di Iryna e il conflitto a Gaza ci lasciano un insegnamento potentissimo: il dolore non elaborato diventa un'arma. La nostra responsabilità è spezzare questa catena, trasformando la memoria della sofferenza subita in un ponte verso l'empatia, prima che l'indifferenza ci travolga tutti.
Erika Tona



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