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Alfredo Cospito: chi è e perché negli ultimi giorni si parla solo di lui

Alfredo Cospito è una delle personalità più rappresentative dell’universo anarchico italiano; classe 1967, è stato condannato nel 2014 a dieci anni e otto mesi di reclusione per aver gambizzato Roberto Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, ed è stato condannato (mentre scontava la pena) per esser stato responsabile dell’attentato del 2006 contro la Scuola Allievi Carabinieri di Fossano (CN) a vent’anni di reclusione dalla Corte d’Appello.

Relativamente all’ultima condanna, la Cassazione ha ritenuto che fosse corretto considerare l’atto una strage contro la sicurezza dello Stato, un reato che, dunque, viene punito con l’ergastolo ostativo (una pena detentiva perpetua che, a differenza del semplice ergastolo, impedisce all’individuo condannato di accedere a qualsiasi beneficio, come il lavoro all’esterno o condizioni di semilibertà).

Lo scorso maggio il Ministero della Giustizia ha deciso di applicare a Cospito il regime 41-bis poiché si crede che abbia inviato dal penitenziario diversi messaggi a membri della FAI (Federazione Anarchica Italiana) incitandoli ad affermare i loro ideali attraverso la violenza. Cospito è diventato così il primo anarchico ad essere oggetto di questa misura.

Cosa si intende con 41-bis?

Il 41-bis, conosciuto anche come regime di “carcere duro”, è una disposizione introdotta “in via temporanea” con la legge Gozzini nell’ottobre del 1986 non allo scopo di punire membri di organizzazioni mafiose o terroristiche, ma per evitare rivolte all’interno delle carceri e al di fuori di esse.

Il dispositivo inizialmente prevedeva infatti: “in casi eccezionali di rivolta o di altre gravi situazioni di emergenza, il ministro della Giustizia ha facoltà di sospendere nell’istituto interessato o in parte di esso l’applicazione delle normali regole di trattamento dei detenuti e degli internati. La sospensione deve essere motivata dalla necessità di ripristinare l’ordine e la sicurezza e ha la durata strettamente necessaria al conseguimento del fine suddetto”.

In seguito alla strage di Capaci del 1992 sono però state apportate delle modifiche: il Decreto antimafia Martelli-Scotti ha aggiunto un nuovo comma alla legge, rendendo il regime di carcere destinato anche ai detenuti reclusi per mafia.

Attualmente sono 729 i detenuti al carcere duro (l’ultimo arrivato è Matteo Messina Denaro): 717 uomini e 12 donne.

Il motivo per cui negli ultimi giorni il nome di Alfredo Cospito è sempre posizionato in prima pagina è rappresentato dal fatto che il 20 ottobre l’anarchico ha deciso di iniziare una forma di protesta contro l’applicazione del 41-bis intraprendendo lo sciopero della fame e sospendendo l’assunzione di integratori a lui indispensabili; l’uomo è dunque a digiuno da oltre cento giorni e non ha intenzione di fermarsi.

Vari gruppi di anarchici stanno tenendo manifestazioni in diverse città d’Italia (come Milano e Bologna) - causando anche disordini - per mostrare il loro dissenso nei confronti dell’applicazione dell’articolo 41-bis.

In merito alla questione è intervenuto il Presidente del Consiglio Meloni dichiarando che “bisogna rimanere uniti contro le minacce e serve responsabilità da parte di tutti”.

Giovanni Ballaera



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