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Chat control: la fine della privacy online?

  • Immagine del redattore: Scicliceo
    Scicliceo
  • 19 ore fa
  • Tempo di lettura: 2 min

Il Csar (Child Sexual Abuse Regulation), un regolamento europeo, è stato proposto con uno scopo ben preciso: combattere la diffusione di materiale pedopornografico e gli abusi sui minori attraverso i social.

 Il luogo in cui i criminali si trovano più a loro agio è sicuramente internet e, alla luce di questi dati, la continua lotta alla pedopornografia non può che farsi sempre più dura. L’obiettivo del regolamento in questione è quello di fissare una serie di obblighi per i fornitori di servizi internet. In particolare, non c’è nulla di nuovo, il tasto dolente sta nei servizi di messaggistica dato che questo meccanismo vuole utilizzare algoritmi di rilevamento che analizzano ogni contenuto inviato. Se quest’ultimo rileva qualcosa di sospetto, il contenuto viene segnalato alle forze dell’ordine. 

Dal punto di vista giuridico è una sorveglianza preventiva ma assomiglia più ad un’invasione di privacy piuttosto che ad uno stato di diritto. Se da una parte sembrerebbe esserci un buon controllo preventivo, dall’altra, si verifica l’apertura di una porta prima della cifratura “end to end” che rende indifesi tutti i nostri dati. 

Attualmente, sono 15 i paesi dell'Unione Europea che sostengono questa proposta, ma non si è raggiunta la soglia minima del 65% che permetterebbe di ottenere l’approvazione. Se la Germania, che non si è ancora espressa in modo definitivo, voterà a favore, la legge passerà; al contrario, se si dovesse opporre, non verrebbe approvata. Il 14 ottobre tutti gli stati membri dell'UE saranno chiamati a prendere posizione sulla proposta. 

Un tema oggetto di ampio confronto riguarda il rischio di falsi positivi: algoritmi imperfetti rischiano di classificare come “sospette” delle conversazioni in realtà innocue, controllando chat private, comprese quelle degli adolescenti. La Danimarca, invece, ha espresso l’intenzione di voler puntare ad un accordo per avviare i negoziati con il Parlamento. Il dibattito sul “chat control” rimane comunque aperto: l'Europa si trova davanti ad una scelta complessa che segnerà il futuro delle comunicazioni digitali.


Ferro Anita, Giannone Samanta e Pisani Martina


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