Chi passeggia per Scicli, presso piazza Italia, e alza gli occhi verso il cielo potrà ammirare, alla sua sinistra, l’imponente chiesa di San Matteo e, a destra, il complesso monumentale di Santa Maria della Croce.
Proprio quest’ultima è stata la meta dell’uscita didattica effettuata da tutte le prime del Liceo dell’istituto superiore “Quintino Cataudella” agli inizi del mese di novembre.
L’interessante iniziativa è stata organizzata dal Professore Giuseppe Pitrolo per far conoscere a noi studenti delle prime il meraviglioso ambiente che ci circonda.
Nostra guida è stata Paola Dantoni, un’ex-alunna del Liceo scientifico amante del territorio di Scicli e laureata in archeologia presso l’Università di Catania.
Per arrivare fin lassù, abbiamo percorso una stradina che, dalle curve di contrada San Marco, porta agevolmente in cima alla collina.
Arrivati a destinazione, la prima cosa che notiamo è il panorama mozzafiato: infatti, da quel punto di osservazione, si riesce a vedere tutta la città di Scicli e lo sguardo spazia dalle grotte di Chiafura fino al mare.
La chiesa ci accoglie con la sua elegante facciata tardo-gotica caratterizzata dalla presenza di colonnine tortili e due archi: tra l’uno e l’altro arco, è ben visibile lo stemma gentilizio degli Enriquez-Cabrera, conti di Modica, mentre più in alto, ai due lati del portale, spiccano altri due stemmi, di forma romboidale. La costruzione dell’edificio è databile agli inizi del Cinquecento.
Dietro la chiesa è situato un piccolo oratorio, risalente alla seconda metà del Quattrocento: in esso, fino a poco tempo fa, si trovavano affreschi in stile rinascimentale, oggi sostituiti dalle foto che li raffigurano, in quanto gli originali sono stati trasferiti nella chiesa di Santa Teresa.
Da una piccola porticina, dentro la chiesa, si accede al convento.
Qui si possono visitare le celle dei frati e il cortile centrale.
Più avanti troviamo le stalle per gli animali, con le mangiatoie, e un muro con piccole finestre che si affacciano sul quartiere rupestre di Chiafura.
Prima di andar via, abbiamo avuto anche la possibilità di ammirare i reperti in bronzo rinvenuti in contrada Castelluccio. Per concludere, è stata un’esperienza davvero coinvolgente, che ha permesso a noi ragazzi di approfondire la conoscenza del territorio.
Salvatore Mariotta
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