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Enormi atrocità dietro i traguardi delle Farfalle azzurre

Di recente Nina Corradini e Anna Basta, giovani ginnaste della Nazionale italiana (le cosiddette Farfalle), hanno denunciato, a partire da un post sui loro profili Instagram, le torture a cui sono state sottoposte giornalmente dall’Accademia di Desio, nel periodo compreso tra il 2013 e il 2020.

Il loro racconto ha scosso il mondo dello sport, ma soprattutto quello della ginnastica ritmica, orgoglioso della propria squadra, riconosciuta a livello internazionale.

Eppure, dietro i loro numerosi traguardi, si celavano enormi sofferenze.

Le atlete riportano ciò che avveniva all’interno di quella palestra quotidianamente, sottolineandone la tossicità: lì erano insultate, spinte ad abbandonare il loro percorso scolastico e ad allontanarsi dalle famiglie, indotte al digiuno e a disturbi alimentari.

Tutte concordano però nel considerare il momento più ansioso della loro giornata quello in cui erano obbligate a formare una fila indiana, solo in mutande, dietro ad una bilancia e a pesarsi davanti a tutti anche quindici volte al giorno: se il loro peso non diminuiva sempre di più o aumentava di pochissimo, erano umiliate, denigrate e definite “non ginnaste ma grasse anche come donne”.

In verità il loro corpo era sottosviluppato (“a quattordici anni avevo la struttura scheletrica di una bambina di nove anni”, racconta Alice Aiello, ex ginnasta), debole, privo delle energie necessarie ad affrontare le nove ore di lavoro quotidiane.

“Ho pensato più volte al suicidio e ho provato a farlo, ma ogni volta entrava in camera qualcuno. Pensavo che la mia vita non potesse più migliorare e che quella degli altri era migliore senza di me”, dice in una intervista a Verissimo Anna Basta.

Secondo la testimonianza di Nina Corradini, le ginnaste avevano ormai imparato quanto il cibo avrebbe influito istantaneamente sul loro peso e cosa ingerire affinché esso variasse di poco: rinunciavano la mattina anche ad un bicchiere di acqua, dato che implicava tre etti in più; talvolta le allenatrici le costringevano a correre sotto il sole per ore, fin quando la bilancia non segnasse un valore inferiore o “corretto”.

Entrambe hanno sofferto di disturbi alimentari, digiunando o abbuffandosi e assumendo un’elevata quantità di lassativi, con cui in una notte Anna Basta perse 1,5 kg per poi svenire.

Riescono nel 2020 a trovare la forza per andare via da quell’inferno, prendendo consapevolezza della loro sofferenza solo in seguito ad episodi spiacevoli, come problemi di salute; ma la loro vita al rientro a casa non fu semplice: era il momento di fare i conti con tutto quel dolore accumulato provocato dalla ginnastica ritmica, nonostante vivere senza di questa, non avere più obbiettivi e non ritrovarsi più in palestra avesse rivoluzionato le loro giornate.

Al momento la Procura di Brescia ha aperto un’inchiesta su tali dichiarazioni e si attendono risposte, sebbene i nomi su cui puntare sembrino abbastanza chiari alle ginnaste.

Lo scopo di Nina Corradini e Anna Basta è quello di proteggere le più piccole da meccanismi malati come questi, molto diffusi nel mondo dello sport, e far capire loro che c’è un rimedio se si chiede aiuto alle persone giuste.

Annachiara Occhipinti

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