Eroine della libertà
- Scicliceo
- 6 giorni fa
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“Eroine della libertà” è un libro scritto da Elisabetta Fiorito, una giornalista e parlamentare. Il libro narra la storia di nove donne, dall’epoca del ghetto fino ai giorni d’oggi, che sono state in grado di salvare vite e affrontare persecuzioni, tragedie e pregiudizi. Elisabetta le definisce donne testimoni di coraggio e di libertà. Durante un’intervista la scrittrice confessa di essersi ispirata al teatro, dicendo che il libro nasce da monologhi che aveva scritto per “Ebraica” ovvero il Festival Internazionale di Cultura. Alcuni di questi monologhi sono andati in scena a teatro e recitati da varie attrici italiane come: Rosaria de Cicco, Pamela Villoresi e Paola Minaccioni. La scrittrice aggiunge di aver voluto portare una storia moderna dell’ebraismo al femminile. La narrazione inizia con un personaggio immaginario, Myriam, una ricamatrice del ghetto, che si trova ad assistere ad un avvenimento storico, il rogo di Giordano Bruno nella triste alba del 17 febbraio 1600; lei infatti dal ghetto attraversa i vicoli per arrivare al “Campo de Fiori” dove assiste al rogo dell’eretico filosofo. La principale figura di spicco nel libro è Amelia Pincherle Rosselli, che fu anche la prima drammaturga italiana vincendo il concorso nazionale con il suo manoscritto “ Anima”, nonché la madre dei fratelli Rosselli. Lei, come donna, porta avanti tutta la famiglia, compiendo anche lunghi viaggi; è una donna che malgrado avesse perso i suoi figli non si fece abbattere dal dolore e continuò a lottare fino alla fine. Nel libro viene narrata anche la vita di Rita Levi Montalcini, che vinse il premio Nobel per la medicina, studiata a seguito di un tumore allo stomaco ritrovato nella domestica. La scrittrice afferma di aver trovato attraverso “l’elogio dell’imperfezione” nei suoi scritti, l’ironia sottile che una grande mente può avere. Infine, il libro che si era aperto con la storia immaginaria di Myriam, si chiude con la storia di Magda, una donna comune realmente vissuta, suocera della scrittrice stessa. Eleonora Fiorito afferma infatti che ha voluto omaggiare la suocera poichè anche lei, nel 1967, subì quello che hanno subito un milione di ebrei, che dovettero lasciare tutto in così poco tempo.
Chiara La Cognata
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