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Fumare aiuta a studiare?

Che ci piaccia o no le sigarette sono ancora ovunque e fanno parte non solo della vita di moltissime persone, oltre un miliardo a livello mondiale, ma anche di tantissimi studenti. Ma il fumo aiuta o ostacola lo studio? Quando parliamo di sigarette e rapporto con lo studio stiamo parlando di tre fattori distinti: la nicotina, il tabacco e gli altri elementi chimici contenuti nelle sigarette, l'abitudine al fumo e il suo aspetto sociale. La nicotina ha degli effetti che possono sembrare favorevoli per lo studio: un lieve effetto analgesico, un miglioramento del tono dell'umore e un effetto di potenziamento delle performance cognitive, in particolare attenzione e memoria. Potrebbe sembrare meraviglioso se non fosse che sono anche questi effetti positivi a favorire lo sviluppo di una dipendenza. La nicotina, infatti, provoca dipendenza fisica e psicologica con una facilità disarmante e produce terribili effetti collaterali in chi ne è dipendente e in chi, pur essendolo, non la assume, per esempio: livelli di stress aumentati esponenzialmente, ansia, stati depressivi, irritabilità, difficoltà di concentrazione. La nicotina, inoltre, a lungo termine diminuisce la qualità e la quantità del sonno profondo. Ci sarebbero anche degli studi che suggeriscono che questa sostanza, specie nell’adolescenza, possa influenzare negativamente lo sviluppo del cervello. In breve, la nicotina agisce immediatamente generando piacere, aumento della concentrazione, benessere e riduzione dell'ansia, ma poi ha effetti a lungo termine che invalidano questi vantaggi. Il tabacco è stato definito dall'Organizzazione Mondiale della Sanità la più frequente causa di morte prevenibile al mondo. Al di là delle solite questioni di salute c'è ormai una notevole quantità di evidenze sperimentali sul fatto che fumare tabacco in modo cronico impatti la cognizione negativamente, causando danni alla memoria e alla concentrazione, specie a lungo termine. Nelle sigarette, inoltre, ci sono 4000 elementi chimici diversi e gli studi hanno dimostrato come l'accumulo di queste sostanze possa ledere il cervello portando a deficit dell'apprendimento, dell'attenzione e della memoria anche piuttosto gravi. La nicotina, come detto prima, provoca dipendenza fisica, ma le sigarette sono anche specializzate nel suscitare dipendenza psicologica, che è ben più lunga e complessa da superare. Fumare si radica in ogni aspetto delle nostre giornate e arriva a definirle, si connette anche alla capacità e alla facilità di socializzare, alla percezione di sé che si comunica al mondo, allo status, alla moda. Ci distraiamo dallo studio per la voglia di fumare ma del resto se non assecondiamo questa voglia studiare sarà ancora più difficile. E questo è il paradosso. Per chi è già dipendente dalle sigarette si può davvero dire che fumare sia un aiuto per lo studio perché se non fumi gli effetti collaterali fisici e psicologici che ti arrivano addosso a breve termine sono tremendi e ancor più dannosi per lo studio. Il fumo diventa un amico che ti aiuta inizialmente, o meglio che ti permette di funzionare regolarmente, ma ti ostacola e ti peggiora successivamente. In conclusione, se è vero che la nicotina può avere qualche effetto di potenziamento cognitivo a breve termine, che diventa poi negativo nel lungo termine, il tabacco presenta solo aspetti negativi, intacca la memoria e tutte le altre funzioni. Se a ciò aggiungiamo la compulsione a fumare provocata dalla dipendenza e il nervosismo quando non si fuma il bilancio ottenuto risulterà negativo.

Fabrizio Verdirame

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