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Gioventù Sottovalutata

  • Immagine del redattore: Scicliceo
    Scicliceo
  • 21 dic 2018
  • Tempo di lettura: 2 min

“Periodo difficile”, lo chiamano, anni di cui sbarazzarsi in fretta, in cui qualunque cosa dirai o farai conterà sempre meno rispetto a ciò che dirà o farà chi quel periodo l’ha già superato da tempo. Anni considerati “d’oro” da chi li ricorda come un lontano periodo destinato al mero divertimento e a nulla di più, in cui i concetti di “dovere” e “responsabilità” altro non erano che componenti di un futuro che nessun giovane avrebbe mai immaginato come prossimo. Giovani dalle idee mutevoli, dai sogni infantili e dagli interessi così differenti rispetto a quelli delle generazioni anteriori. Proprio incomprensibili, questi giovani, non è vero? Beh, forse è un concetto un po’ difficile da assimilare per certe persone convinte di avere sistematicamente ragione su ogni cosa, almeno da quando sono stati dotati del suffisso “-anta” alla fine del numero che indica la loro età.

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Conviene quindi usare una gran dose di delicatezza, dato che per alcuni la verità potrebbe essere sconcertante: anche i giovani possono avere ragione. Incredibile, vero? Parliamoci chiaro, l’immagine dell’adolescente trasgressivo che fa di tutto per cercare di andare contro gli adulti, con la quale molti ragazzi e ragazze vengono spesso identificati, altro non è che una visione distorta creata da chi sottovaluta le potenzialità dei giovani. L’obiettivo non è quello di dire che gli adulti sbagliano nel cercare di correggere alcuni atteggiamenti giovanili, ci mancherebbe. Non si può ovviamente negare che avendo più anni alle spalle, essi abbiano più esperienza e quindi la possibilità di dare consigli a chi ne ha meno di loro. Ma la favola del “lo facciamo perché ci siamo passati prima di te” non sempre regge: ci sono momenti in cui questa apparente saggezza non fa altro che mascherare una malizia e un sentimento di superiorità di fondo.

Se, per un secondo, si smette di fare distinzione tra giovani e adulti e si guarda ad essi semplicemente come persone, si può notare come, indipendentemente dall'età, i comportamenti sbagliati vengano da ambedue le parti: gli errori sono diversi, ma non scompaiono con gli anni. Nonostante ciò, c’è chi si ostina a guardare i giovani dall'alto, nel pieno della convinzione che uno di loro, per quanto si sforzi, non potrà mai valere tanto quanto un adulto. Mi farebbe piacere ricordare a certe persone che Bach aveva 19 anni quando compose la Toccata e Fuga in Re Minore, Pelè ne aveva 17 quando vinse la prima Coppa del Mondo di calcio e Leonardo da Vinci ne aveva 16 quando iniziò a dipingere i suoi primi capolavori da indipendente. Ma, mettendo da parte questi casi particolari, ogni singolo giovane è qualcosa di molto più importante, qualcosa che nessun adulto potrà essere mai: il futuro. Ciò dovrebbe bastare a togliere ogni dubbio riguardo alla loro importanza e soprattutto dovrebbe far sparire ogni forma presunzione riguardo al fatto che nessun genitore o professore possa imparare nulla da loro.

“Periodo difficile” o “anni d’oro” che siano, sono parte della vita di tutti noi e negarne l’importanza è un atto illogico, anzi, quasi “infantile”.

Riccardo Fiorilla

 
 
 

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