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Gli effetti del Covid sullo sport

Molte persone, almeno una volta nella vita, hanno sognato di iniziare a praticare uno sport con l’intento di diventare atleti bravi e famosi come quelli che si vedono in TV; sono altrettante le persone che iniziano uno sport per passare del tempo con i propri amici, o addirittura lo iniziano con l’intento di farsene di nuovi. Ogni attività sportiva è una componente essenziale per lo sviluppo psicofisico dell’uomo. Lo sport da sempre ricopre un ruolo determinante nella nostra cultura (sociale e familiare) grazie alla sua funzione educativa; sono tanti i valori oggi ritenuti essenziali trasmessi tramite gli sport, come ad esempio un fisico sano o una mentalità flessibile e disposta ad accettare e conoscere persone e contesti diversi, favorendo così la maturazione del profilo psicologico di chi pratica gli sport e portandoli ad avere un maggiore spirito critico verso sé stessi e non soltanto verso gli altri. Molto spesso, sono i ragazzi stessi a porsi dei limiti in ambito sportivo, e di conseguenza in ambito sociale. Essi sono limitati non solo da fattori di tipo scolastici, ma anche da più insicurezze che li inducono a non praticare uno sport (specialmente se collettivo). I valori educativi dello sport sono fondamentali e possono offrire un contributo decisivo all’educazione e alla formazione dei giovani. Esso aiuta anche a far maturare la persona, evidenziandone le potenzialità. Un altro aspetto da non sottovalutare è il fatto che spinga a costruire il successo con la fatica, stimolando un confronto continuo con se stessi e con gli altri con spirito critico, cosa che oggi è poco presente, purtroppo.

Durante l’ultimo periodo le relazioni sociali e gli sport sono stati pesantemente intaccati dal Covid, che ha limitato quelle che erano le interazioni tra i ragazzi e la frequentazione di centri sportivi. Questo dato ha causato numerosi problemi di natura psicofisica tra i ragazzi (specialmente tra quelli che sono risultati positivi al Coronavirus e che ancora oggi presentano sintomi dovuti all’avere contratto la malattia) che si possono trovare in difficoltà ricominciando a praticare uno sport dopo anni di inattività. Secondo alcuni studi durante il periodo del Covid il 48% dei bambini ha interrotto ogni tipo di attività sportiva, mentre per i ragazzi questa percentuale è intorno al 30%. Questi abbandoni hanno portato a un aumento complessivo della tristezza e dell’apatia, oltre a problemi di insicurezza e irascibilità nei più giovani, per non parlare dei problemi e cambiamenti fisici cui sono stati sottoposti i ragazzi che hanno smesso di praticare sport durante questo lasso di tempo. In base a quanto detto, risulta quindi evidente che praticare sport non è soltanto benefico per la formazione dei giovani ma è addirittura fondamentale per farli integrare nella società e svilupparne la personalità, e per questo è necessario riprendere le attività sportive, o addirittura cominciare a praticarle, in quanto lo sport non è soltanto uno strumento di formazione ma è anche uno strumento di svago che permette ai ragazzi di fuggire dalla monotonia della vita, o, per alcuni, di tornare alla normalità.

Giuseppe D’Amico e Nicola Miccichè


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