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I DIVERSI VOLTI DI AUDREY HEPBURN

  • Immagine del redattore: Scicliceo
    Scicliceo
  • 6 giorni fa
  • Tempo di lettura: 2 min

Audrey chi… l’attrice? Questa rappresenta la tipica domanda quando viene pronunciato il suo nome. Oggi siamo qui, non per descrivere la difficoltosa e impegnativa carriera di questa meravigliosa star del cinema, bensì per presentare i poco noti, ma, al tempo stesso, i più importanti aspetti di Audrey.

Questa donna rappresenta l’emblema della moda degli cinquanta e sessanta. Una vera e propria icona, fonte d’ispirazione per giovani donne e un modello in grado di diffondere glamour, eleganza, raffinatezza, riuscendo ad aggiungere sempre un pizzico di allegria e leggerezza. Per molti la sua classe le veniva conferita solamente grazie al suo corpo minuto e longilineo ma, in realtà, come veniva anche sostenuto dal suo grande stilista, la vera eleganza consisteva nel modo in cui lei indossava gli abiti, rendendoli ricchi di espressione e dignità.

Il tubino nero, il tailleur con il pantalone a sigaretta, le ballerine, il foulard, il trench rappresentano gli elementi che caratterizzavano gli affascinanti looks della celebre attrice, la quale, però, non riteneva il proprio stile sofisticato, ma, al contrario, uno semplice e banale, facile da imitare. Audrey Hepburn non riusciva a riconoscere la sua grandiosità!

 

La figura di questa donna non passa alla storia, acquisendo sempre più notorietà, esclusivamente per il portamento raffinato ed i suoi celebri “outfits”, ma per la sua dedizione e la rigorosa attenzione nei confronti dell’umanità. Dagli anni sessanta, infatti, Audrey raramente comparirà nel mondo dello spettacolo, finendo per abbandonare definitivamente il ruolo di attrice Hollywoodiana e dedicandosi esclusivamente alla cura della propria famiglia.

Nel 1988 venne ,dunque, nominata ambasciatrice dell’ UNICEF e da quel momento decise di aiutare i bambini dei Paesi poveri, girando il mondo e prendendo parte in numerose missioni, fino  ad arrivare al giorno della sua stessa morte.

Le differenti imprese furono facilitate grazie anche alla sua conoscenza dell’inglese, francese, italiano, olandese, tedesco e spagnolo. Detestava percepire la sofferenza di tutti quei bambini, ai quali mandava cibo, acqua ed elementi essenziali per poter vivere.

Audrey non accettava l’idea che milioni di persone morissero di fame e odiava il terribile termine “terzo mondo”, poiché, per lei, ogni singolo essere vivente e’ parte dello stesso pianeta.

Nel 1992, dal presidente degli Stati Uniti D’America, ricevette uno tra i più importanti riconoscimenti da poter attribuire ad un cittadino: la medaglia presidenziale della libertà. Così come afferma il figlio, Audrey Hepburn trovò ,nell’importante missione dell’UNICEF, un tentativo per poter ringraziare il pubblico e poter concludere l’intenso percorso della sua vita.

 

                                                                                           Carola Virderi e Vincenzo Sammito

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