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Il caso Jankto e l'omosessualità nel mondo del calcio

‘’Sono omosessuale e non voglio più nascondermi’’

Così lo scorso 13 febbraio Jakub Jankto dichiarava tramite un post su Instagram la propria omosessualità.

Una notizia che ha destato grande scalpore nel mondo del calcio e dello sport in generale, dato che purtroppo non si è abituati a tali dichiarazioni (soprattutto nello sport maschile), che nel 2023 dovrebbero rappresentare la normalità.

Il coming out dell’ex calciatore di Sampdoria e Udinese non riguarda il primo caso di calciatore omosessuale: da quando Justin Fashanu nel 1990 dichiarò la propria omosessualità (purtroppo con tragiche conseguenze che lo porteranno prima a un’emarginazione persino da parte dei familiari e poi al suicidio) diversi calciatori hanno fatto lo stesso e, seguendo la loro scia, anche l’italo-australiano Joshua Cavallo ha dichiarato di essere gay nel pieno della sua carriera.

Quello di Jankto, però, è il primo caso di calciatore europeo ancora in attività, e chissà se il centrocampista ceco non possa aver dato il via ad una serie di coming out.

Dal mondo calcistico non è mancato il supporto al calciatore che si è esposto, a dimostrazione del fatto che finalmente la società si sta evolvendo in tal senso con grandi passi avanti rispetto ai tempi del caso Fashanu, anche se ovviamente la strada da percorrere è ancora lunga.

Non sono mancate infatti parole al veleno in seguito alle dichiarazioni di Jankto.

C’è chi si è preso il lusso di definirlo un “deviato”, come l’ex direttore sportivo della Juventus Luciano Moggi, e chi ha giudicato la sua scelta come una sorta di presa in giro nei confronti della moglie e del figlio.

Il nostro augurio è che le parole di Jankto possano spronare i giovani calciatori, che hanno timore di dichiararsi, perché fortemente impauriti dalle possibili ripercussioni dell’uscire allo scoperto, e che questo messaggio arrivi anche a tutti coloro che lavorano nel mondo dello sport e ai tifosi stessi, affinché cambino i canoni e abbandonino i pregiudizi.

Giovanni Aprile e Andrea Bonincontro Puglisi


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