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L'ipnotista

...tre, destra – sinistra; due, sinistra – destra; uno, destra – sinistra ...occhi fissi, sguardo assente. Purtroppo mi dispiace informarvi che non è con una catenina dorata penzolante avanti e indietro, o con una parola magica, che Erik Maria Bark ipnotizza i suoi pazienti. Questa ipnosi non avviene come nei film, dove tutti fanno ciò che viene comandato loro.

L'ipnosi è qualcosa di molto diverso e chi la pratica lo sa bene. Erik ha dedicato tutta la sua carriera per riuscire a dimostrare che quest'arte incompresa possa davvero aiutare le persone, che le possa guarire anche dai traumi più profondi, sepolti nella anima, nascosti: perché è più facile dimenticare la causa del proprio dolore che affrontarla. Anche Erik ha ormai dimenticato il motivo per il quale dopo anni e anni di studi e sedute ha dovuto abbandonare tutto e giurare pubblicamente che non avrebbe mai più praticato l'ipnosi. La sua vita è andata tranquillamente avanti per dieci anni fino a quando, una notte, non gli viene chiesto di recarsi in ospedale e fare ciò che sa fare meglio, ciò da cui è scappato per tutto questo tempo: ipnotizzare. Pare sia proprio quella l'unica via di salvezza affinché il commissario della polizia di Stoccolma possa scoprire cosa fosse successo quella sera a casa di Josef Ek, quindicenne ritrovato quasi dissanguato tra i cadaveri dei suoi famigliari. Solo un componente manca all'appello: la sorella maggiore di Joseph, Evelyn. É una corsa contro il tempo per riuscire a salvare la ragazza da quello che potrebbe essere un serial killer che la sta cercando per terminare il lavoro che ha iniziato. Erik, però, non avrà abbastanza tempo da dedicare alla famiglia Ek, perché, la propria famiglia viene prima di tutto. L'ipnotista dovrà fare di tutto per ricordare quel che gli era accaduto dieci anni prima; solo il ricordo può aiutarlo a ritrovare il figlio Benjamin.

Il ritmo della narrazione procede serrato quasi pagina dopo pagina. Oso dire quasi, perché inizialmente può sembrare lento ad “ingranare”, ma, dopo aver preso il ritmo della storia, non riuscirete a staccare gli occhi dalle pagine, come foste davvero ipnotizzati.

Ciò che più mi ha reso curiosa è una particolarità del romanzo: è stato scritto a quattro mani. Due scrittori, marito e moglie, Alexander Ahndoril e Alexandra Coelho Ahndoril, firmandosi sotto lo pseudonimo di Lasr Kepler, hanno unito le forze per raccontare una storia davvero ben riuscita e congegnata. Tutti i personaggi ad uno ad uno vi faranno dubitare di qualsiasi cosa vi sia stata detta un momento prima, con un gioco di ruoli capace di confondere chiunque. E se la vittima fosse l'artefice? O se l'artefice in realtà fosse la vittima? Si sa che chi compie violenza non è solo colpevole della propria, ma anche di quella che genererà poi da chi l'ha subita.

"L'uomo sano non tortura gli altri, in genere è chi è stato torturato che diventa torturatore", Carl Gustav Jung.

Alessia Marinero

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