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La festa delle Milizie

Una delle festività più sentite di tutta la Sicilia sudorientale è di certo quella della Madonna delle Milizie. Ogni anno a Scicli l’ultimo sabato del mese di maggio è dedicato all’apparizione della Madonna durante lo scontro tra i cattolici, i Normanni, e i musulmani, i Saraceni. La legenda della “Madonna guerriera” è ambientata durante la dominazione araba in Sicilia, che iniziò nell’827 con lo sbarco dei Saraceni a Mazara del Vallo e si concluse nel 1091. La tradizione narra che in una notte di Quaresima del 1091, nei pressi di Donnalucata, frazione marittima di Scicli, l’esercito normanno di Ruggero d’Altavilla entrò in conflitto con quello saraceno guidato da Emiro Belcane. Proprio quando la sconfitta per i Normanni sembrava imminente, l’intercessione della Vergine Maria cambiò totalmente l’esito della battaglia, liberando così la città dalla presenza saracena. L’apparizione avvenne nei pressi di contrada Milici, italianizzato poi in Milizie, dove comparve in cielo su un cavallo bianco la Vergine Maria che mise in fuga i Turchi. Ruggero grato per il prezioso aiuto decise di erigere in suo onore un santuario, il Santuario della Madonna delle Milizie, ancora oggi esistente e visitabile. La festa dunque si configura come una rievocazione di quegli avvenimenti, difatti, il momento più atteso è quello della sacra rappresentazione della battaglia con attori in costume d’epoca medievale. Esiste, inoltre, una processione in cui il simulacro della Vergine guerriera, realizzato in legno e cartapesta e con indosso un lungo abito rosso e un mantello celeste tagliati e cuciti da alcune devote del paese, viene accompagnato dalla banda per le vie principali di Scicli. L’usanza di accompagnare la festa con la rappresentazione teatrale si fa risalire all’Ottocento, mentre la processione sembrerebbe essere una tradizione più antica. Nei secoli passati gli attori recitavano senza seguire una sceneggiatura ben precisa ma a partire dal 1933 venne realizzato da Giuseppe Pacetto Vanasia un copione teatrale in uso ancora oggi. Queste vicende hanno ispirato anche la cucina locale, infatti, la testa di turco è un dolce tipico della tradizione culinaria sciclitana oltre ad essere ovviamente il dolce d’eccellenza per questa festività. Secondo la tradizione popolare furono proprio gli arabi sconfitti a ideare questo dolce, simile ad un grande bignè con la forma di un turbante solitamente farcito con ricotta, crema pasticcera o cioccolato.

Giulia Modica


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