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La storia di Marilyn Monroe

  • Immagine del redattore: Scicliceo
    Scicliceo
  • 6 giorni fa
  • Tempo di lettura: 2 min

Norma Jeane Mortenson, nome completo di Marilyn Monroe, nasce il 1º giugno 1926. La madre inserì il nome dell’ultimo marito come padre, anche se quello vero era un collega di lavoro della donna, ma quando lei gli comunicò di essere incinta l’uomo sparì. Per via di un disturbo mentale della madre, Norma Jeane crebbe in famiglie affidatarie. Lei racconta di non aver avuto un’infanzia felice e che sin da piccola sia uomini che donne avevano abusato di lei. Per un periodo diventò sua tutrice legale un’amica della madre, e grazie a lei Norma Jeane scoprì la sua passione per il cinema. All’età di 15 anni venne obbligata dalla sua tutrice a sposarsi con il vicino di casa di quest’ultima, James Dougherty, per non tornare in orfanotrofio. Durante la seconda guerra mondiale quest’ultimo partì militare, ma quando tornò Norma Jeane chiese il divorzio e gli comunicò che aveva cambiato il nome in Marilyn Monroe. Iniziò a prendere lezioni di recitazione e si rifece il naso e il mento una volta entrata nel mondo dello spettacolo. La svolta nella vita di Marilyn arriva quando conosce Johnny Hyde, che vede in Marilyn le potenzialità giuste per diventare una star e la fa partecipare ad alcuni film. Un giorno, mentre erano insieme, Johnny ebbe un attacco di cuore e morì; dopo il funerale Marilyn tentò di togliersi la vita. Successivamente però incontrò Arthur Miller con cui si sposò e provò ad avere un bambino, ma purtroppo finirà per avere un aborto spontaneo. Inizia a fare abuso di farmaci e cade in depressione, per questo motivo il matrimonio inizia a rovinarsi. Quando Marilyn e Arthur divorziano la sua salute crolla, così tanto da dover essere ricoverata in un ospedale psichiatrico. Il 4 agosto Marilyn ricevette un invito da parte dei Lawford ma rifiutò. Più tardi fece una telefonata a Peter Lawford nella quale non parlava bene e chiuse il telefono dicendo addio, quest’ultimo non ci fece molto caso perché Marilyn prendeva un sonnifero e perciò pensava fosse quella la causa. Alle 3:30 la governante nota la luce della camera di Marilyn ancora accesa, preoccupata va a controllare e non ricevendo risposta chiama lo psichiatra di Marilyn che si precipita subito lì. Rompendo il vetro della finestra per entrare egli trova Marilyn nel suo letto nuda a pancia in giù senza vita, dunque chiama i paramedici che però quando arrivano non possono fare altro che dichiarare il decesso, sul comodino di Marilyn c’erano diverse boccette di farmaci quindi si pensava che fosse deceduta a causa di un'overdose. Nel 1982 il caso venne riaperto e una teoria dichiarerebbe che l’addetto stampa di Marilyn, Arthur Jacobs, venne chiamato dallo psichiatra della donna alle 10 di sera dicendogli che doveva precipitarsi immediatamente a casa di Marilyn. Una volta insieme avrebbero chiamato    un’ambulanza: Marilyn era ancora viva ma in pessime condizioni. Un autista di ambulanze dichiara di aver guidato fino a casa di Marilyn, conferma di averla trovata ancora viva ma che nel tragitto verso l’ospedale era morta, quindi lo psichiatra l’aveva portata di nuovo a casa e l’aveva rimessa nel letto come poi venne trovata.

Nicole Mallia e Anita Ferro

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