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Lacci

A volte la vita ci sfugge di mano. Quei rapporti che all’apparenza ci sembrano perfetti, eterni, cristallini, si rivelano essere tutt’altro. A volte nella vita capita di perdersi, è un’azione al quanto facile. Al contrario, invece, non sempre è facile ritrovarsi. A volte nella vita non basta l’amore a tenere in piedi un matrimonio, e quella promessa che ci si scambia con voce emozionata sull’altare si spezza prima di un “finché morte non ci separi”, quando famiglia tanto desiderata inizia ad essere una gabbia soffocante da cui voler scappare.

Purtroppo però ci si dimentica spesso come la libertà che vorremmo raggiungere possa nuocere agli altri intorno a noi, a quelle persone che girano con noi per casa, con cui condividiamo il tetto sopra la nostra testa e i pasti ogni sera. Un matrimonio devastato e una famiglia in pezzi: è questo che siamo davvero pronti a causare pur di rendere felici noi stessi? Aldo, protagonista di questo romanzo, sicuramente sì. Il matrimonio celebrato in giovane età in pochi anni sembra starli stretto al collo, e quando riesce a trovare una fessura da cui poter scappare da quella monotonia casalinga, la coglie al volo, credendo di abbandonare silenziosamente la vita dei suoi familiari. Purtroppo la sua uscita di scena è tutto tranne silenziosa, e la giovane moglie Vanda si ritrova a dover raccogliere i frammenti del matrimonio andato in pezzi. La crepa lasciata da Aldo è e rimarrà sempre una ferita aperta, un taglio curato male, un buco mal rattoppato in un vestito ormai rovinato. Eppure sembra esserci sempre un filo, più forte degli altri, che ci permette di rimanere legati alle persone, anche quando tutto sembra sfilare via. Un laccio invisibile che lega la nostra vita a quella di coloro che un tempo abbiamo amato e che rappresenteranno per noi sempre una casa in cui poter tornare.

La catastrofica storia di questo matrimonio è raccontata dallo scrittore Domenico Starnone in “Lacci”, un libro che per me è stata una meravigliosa sorpresa, superando di gran lunga le mie aspettative. Il punto forte del romanzo è senza dubbio il modo in cui i fatti, per quanto semplici, vengono raccontati: il dolore di un amore finito, la voglia di cambiamento, il soffocante sentimento di trappola potrebbe essere il nostro, e l’intero romanzo sembra essere davvero scritto su misura di ognuno di noi. Uno spaccato di vita perfetto raccontato con delicatezza e semplicità assoluta; un libro veloce, leggero ed estremamente coinvolgente, in cui lo scrittore analizza questa tragedia familiare dal punto di vista di tre personaggi diversi, per metterci davanti le emozioni di tutti e farci capire che una storia non ha mai solo una verità.



Alessia Marinero


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