Nelle ultime settimane il Parlamento Neozelandese è stato teatro di una serie di dibattiti causati da leggi che hanno scosso la quiete politica interna del Paese. Per comprendere meglio questi dibattiti bisogna fare un passo indietro. Infatti, negli ultimi mesi in Nuova Zelanda è stato avanzato un disegno di legge che permetterebbe di reinterpretare il fondamentale trattato di Waitangi del 1840, nato per sancire la pace tra la tribù dei Maori e i colonizzatori inglesi: un documento di vitale importanza per la costituzione politica e per la storia del Paese.
Ma perché questa proposta di legge ha creato così tanto scalpore? Questa reinterpretazione è stata proposta dal parlamentare David Seymour, il quale afferma che le varie interpretazioni del trattato di Waitangi abbiano creato negli anni vari squilibri a favore della comunità maori. Per tale motivo, Seymour ha proposto di estendere i diritti dei maori a tutti i cittadini. Affinché questa legge sia definitivamente approvata sono necessari tre voti. Durante queste votazioni la parlamentare ventiduenne Hana-Rawhiti Maipi-Clarke, del partito “Te Pati Maori”, ha stracciato il disegno di legge e ha fatto partire un Haka che ha coinvolto non solo gli altri Maori presenti nel Parlamento, ma anche diverse persone sugli spalti. L’Haka spesso viene interpretato come una danza folkloristica, ma per i Maori è una cosa serissima. In questo contesto, l’Haka ha un significato ben profondo: infatti, è una manifestazione di forza e unità, un archivio vivente di memorie e tradizioni della comunità Maori.
Non è la prima volta che i Maori e soprattutto Maipi-Clark si ritrovino a contestare norme promulgate dal governo. Per esempio, a gennaio venne fatta una riunione con circa tremila rappresentanti della comunità per discutere di alcune misure che il governo voleva attuare. Tra i provvedimenti che alcuni nativi vorrebbero adottare, alcune iniziative a tutela della loro salute e l’uso della lingua maori nella pubblica amministrazione.
Martina Trovato
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