Penne a confronto: ieri e oggi
- Scicliceo

- 1 giorno fa
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La musica è la voce e il racconto di un’epoca. La “penna” di un cantante rappresenta il modo in cui le sue emozioni e la sua storia vengono trasmesse agli ascoltatori.
Nel corso degli anni la scrittura musicale si è trasformata.
L’epoca tra gli anni ’60 e gli anni ’80 è stata definita l’età d’oro del cantautorato. I testi dei cantanti di quel periodo erano simili a brevi romanzi che trattavano non solo un amore romantico, ma molto spesso anche impossibile, libero e idealizzato. Altri temi principali erano le disuguaglianze sociali, la guerra, la povertà, l’emarginazione, lo sfruttamento, la libertà e la giustizia. La durata media di questi brani variava dai 4 ai 6 minuti, lasciando molto spazio allo strumento piuttosto che alle parole, con una ripetizione quasi assente. La struttura era libera o narrativa e l’importanza del testo era centrale.
L’epoca attuale può essere vista come l’età della musica digitale e personale, in cui i testi dei cantanti sono simili a brevi confessioni. Tra i temi vi sono la fragilità emotiva, la solitudine, il disagio interiore, la rivalsa personale e la crisi generazionale. La musica di oggi parla in modo più diretto e immediato, con un linguaggio sempre più vicino a quello parlato, per raccontare la realtà senza filtri. La durata media dei brani, ora, varia dai 2 ai 3 minuti, mentre la struttura è costituita quasi sempre da strofa e ritornello fisso e l’importanza del testo passa, di conseguenza, in secondo piano.
Anche se il modo di scrivere canzoni è cambiato, la "penna" resta il cuore della musica. Ieri era simbolo di impegno e poesia, oggi è voce di una generazione confusa, fragile, ma autentica.
Forse meno profonda, ma più vera e più vicina alla vita reale.
Serena Amore, Doriana Kaja, Benedetta Levante



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