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RATATOUILLE: THE TIKTOK MUSICAL

“Not anyone can cook, but a great cook can come from anywhere.”.


Sono queste le parole che riassumono perfettamente il messaggio trasmesso dal musical Ratatousical, o meglio da Ratatouille: the TikTok musical. Vediamo un po’ più nello specifico di cosa si tratta.

Ratatousical è figlio del virus, se così si può dire: è frutto di pomeriggi chiusi in casa, tra quattro mura, con internet come unica fonte di notizie dal mondo esterno. Nasce sull’app TikTok ed in questo senso è la massima espressione dell’intento dell’applicazione: la mera e chiara creazione di contenuti. Contrariamente alla credenza popolare, si tratta di qualcosa di realmente interessante. Così interessante da arrivare a coinvolgere Ken Davenport, producer di Broadway, che nel giro di pochi mesi riesce ad assemblare non solo un team ma un vero e proprio musical.

Il musical, della durata di circa un’ora, è stato trasmesso in streaming sulla piattaforma di biglietteria digitale TodayTix la notte del 1° gennaio 2021 (per iniziare bene l’anno), coinvolgendo nel giro di pochi minuti spettatori di tutte le età e di tutte le parti del mondo. È proprio dall’altra parte del mondo che nasce, infatti, Ratatousical: “Il progetto iniziò ad agosto (2020), quando Emily Jacobsen, insegnante, fanatica della Disney e amante del teatro della contea Westchester, N.Y., lesse della giostra di Ratatouille, che sarebbe stata inaugurata l’anno successivo a Walt Disney World in Florida. Mentre stava pulendo il suo appartamento, iniziò a cantare una canzone su Remy”, riporta il New York Times, e postò un breve video cantando la suddetta canzone su TikTok che in poche settimane diventa un vero e proprio fenomeno, attirando l’attenzione di numerosi grandi nomi del mondo del teatro, tra cui, appunto, Ken Davenport.

Venendo al musical, esso riprende le vicende del film Disney Ratatouille, inglobando tutti quelli che erano stati i temi chiave del cartone, analizzandoli ben 14 anni dopo e, dunque, contestualizzandoli nel 2021. Troviamo quindi la caparbietà di Colette che si fa strada in un contesto lavorativo di dominanza maschile, l’invito a cogliere tutte le opportunità che la vita ci offre, e ancora un’implicita critica al conformismo con conseguente inno alla diversità, rispecchiata anche nella scelta del cast. È lo stesso Remy a guidarci nel racconto della sua vita, accompagnato dall’ensemble e dalla Broadway Sinfonietta (una piccola orchestra), dimostrandoci che con un po’ di perseveranza nulla è impossibile.

L’evento, che ha fatto guadagnare ben due milioni di dollari andati poi in beneficenza ad Actors Fund, organizzazione nata per sostenere i lavoratori dello spettacolo, annovera nel cast attori di Broadway di fama mondiale: Titus Burgess nei panni di Remy, Andrew Barth Feldman nei panni di Linguini, André De Shields di Anton Ego, e ancora Ashley Park per Colette, Maria Testa per chef Skinner, Wayne Brady per Django, Adam Lambert per Emile e Kevin Chamberlin per Auguste Gusteau.

Nel musical troviamo citazioni di altri show di Broadway, come ad esempio 24601, giornale liberamente ispirato a Les Misérables, che inevitabilmente fungono da premonizioni: Ratatouille non nasce a Broadway ma sicuramente è destinato ad arrivarci, con tutta probabilità questo stesso anno!

Concludo quindi con una citazione, invitandovi sempre ad inseguire i vostri sogni, indipendentemente da quanto grandi o piccoli siano, con la garanzia che vivrete sempre nella memoria di chi vi ama:

“The world will remember my name”



Beatrice Inì

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