Scicli, città bisognosa di aiuto
- Scicliceo

 - 1 giorno fa
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Scicli, comune barocco della provincia di Ragusa, da sempre viene elogiata come una perla del Sud, custode di bellezze architettoniche, tradizioni antiche e un’atmosfera che da anni conquista visitatori provenienti da tutto il mondo. Eppure, dietro le cartoline, nelle ultime settimane si sta facendo strada una sensazione diversa: la paura.
Il fine settimana di sabato 20 e domenica 21 settembre si è trasformato in un incubo. Prima alcuni episodi di disturbo in centro, poi, in pieno giorno, una rissa violentissima tra due gruppi rivali – uno di origine tunisina, l’altro albanese – ha scosso profondamente la città. La scena si è svolta sotto gli occhi di famiglie, bambini, turisti. Un luogo pubblico si è trasformato improvvisamente in una vera scena del crimine.
Si parla di almeno due feriti, uno dei quali, un giovane di 28 anni, è stato ricoverato presso l’ospedale "Maggiore-Baglieri" di Modica, dove si trova sotto sorveglianza. I video circolati nelle ore successive mostrano immagini inquietanti: urla, oggetti volanti, aggressioni fisiche. E, soprattutto, il volto di una città che non si riconosce più.
Purtroppo non si tratta di un singolo caso. Negli ultimi mesi sono moltiplicate le segnalazioni di episodi di microcriminalità e atti vandalici.
La domanda sorge spontanea: cosa sta succedendo a Scicli?
Ma anche: chi ha il dovere di intervenire prima che sia troppo tardi?
Le istituzioni locali hanno espresso preoccupazione e promesso interventi. Il sindaco ha parlato di un rafforzamento della presenza delle forze dell’ordine e di un piano di sicurezza da attuare con urgenza. Ma "tra tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare". E i cittadini, intanto, continuano ad avere timore anche di fare una passeggiata in centro.
Scicli è una città abituata a vivere con dignità, solidarietà e senso civico. La convivenza tra culture diverse ha sempre fatto parte della sua identità, senza tensioni drammatiche. Ma questo equilibrio è fragile, e va gestito con attenzione e responsabilità.
Non basta reprimere, non basta aumentare le pattuglie. Serve un lavoro di prevenzione, di dialogo, di ascolto. Serve soprattutto il coinvolgimento attivo della comunità: delle scuole, delle associazioni, delle famiglie. Solo così si può ricostruire un clima di fiducia e appartenenza.
Scicli ha il diritto di continuare a essere ciò che la distingue da sempre: un luogo accogliente, sicuro, vivibile. Un territorio dove il valore della cultura supera quello della violenza, dove la bellezza non è solo visibile nei monumenti, ma anche nei gesti quotidiani delle persone che la vivono sia fisicamente che con il cuore. Infatti raccontare ciò che non va non significa gettare fango sulla città. Al contrario, è un atto di amore e responsabilità. Perché ignorare i problemi non li risolve.
Elena Borgia
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