La lezione di Djokovic: è attraverso la fatica che i sogni si realizzano
Non tutti a sei anni decidono cosa vogliono fare nella vita. Eppure Novak sì. Seduto nel salottino del ristorante dei suoi genitori nella sperduta località turistica di Kopaonik, in Serbia, aveva visto Pete Sampras vincere Wimbledon e aveva deciso: un giorno sarebbe stato al suo posto, sulla vetta del tennis. Bambino in una Belgrado martoriata dalla guerra, è diventato tennista senza federazioni o sponsor che potessero aiutarlo. Pochi giocatori nella storia del tennis possono vantare il curriculum di Novak Djokovic, anche conosciuto come “the djoker”. Il 29 gennaio 2023 è una data da ricordare, il ritorno vincente dell’unico e solo re di Melbourne, Novak Djokovic.
“I campioni non si costruiscono in palestra. Si plasmano dall’interno, partendo da qualcosa che hanno nel profondo: un desiderio, un sogno, una visione. Devono avere resistenza fino all’ultimo minuto, devono essere un po’ più veloci, devono avere l’abilità e la volontà. Ma la volontà deve essere più forte dell’abilità.” È naturale citare le parole di Muhammad Alì per raccontare l’epopea di Novak Djokovic. Non a caso nel discorso di premiazione per il decimo Australian Open (e 22° Slam in bacheca) vinto, il serbo si è augurato di essere un’ispirazione per i bimbi, affinché lottino credendo nei loro sogni, per quanto utopici adesso possano sembrare. Può non essere simpatico, può avere sbagliato posizioni politiche e non, ma non si può non riconoscergli una straordinaria forza di volontà che lo ha portato, da dove è partito, a essere il tennista con i migliori numeri della storia del tennis. Lo ha fatto superando operazioni delicate (nei primi mesi del 2018 non c’era più nessuno a dargli credito) e avendo avuto lo scorso anno – pur di portare avanti le proprie idee - sia il coraggio di rinunciare a soldi e gloria sia la forza mentale di reagire all’essere additato come “pericoloso” dai media mondiali.Quando fu cacciato scrisse su Twitter: “Buona fortuna ai miei colleghi giocatori. Mi terrò in forma e manterrò un approccio positivo aspettando la possibilità di competere di nuovo.” All'ennesima ingiustizia, il “pessimo esempio” ha deciso di reagire con positività e fiducia. Fiducia nel tempo, fiducia nella libertà. Così tanto da rendere oggi quasi normale lo straordinario: essere numero 1 al mondo a 35 anni e 8 mesi, conquistare uno Slam perdendo solo un set e vincere 38 delle ultime 40 partite giocate (e tutte e 11 quelle contro colleghi nella top ten). Queste sono le parole di Nole durante la premiazione, un sincero augurio a tutti coloro che conservano ancora nel profondo del loro cuore un sogno: “Non importa da dove venite. Più difficoltà incontrate nella vita, più sfide superate, più tutto questo vi renderà forti. Non permettete a nessuno di togliervi quel sogno. Alimentatelo, innaffiatelo come si fa con le piante. Se anche ci fosse una sola persona nel mondo che vi accetterà, che abbraccerà e sosterrà i vostri sogni, trovatela e sognate in grande. Perché potete farcela.”
Sofia Maria Ciavorella
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