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Trump e migranti

  • Immagine del redattore: Scicliceo
    Scicliceo
  • 9 mag
  • Tempo di lettura: 2 min

Dall’inizio del suo secondo mandato nel gennaio 2025, il presidente Donald Trump ha implementato una serie di misure volte a rafforzare le politiche migratorie degli Stati Uniti, suscitando dibattiti sia a livello nazionale che internazionale.

Una delle prime azioni intraprese è stata la sospensione delle nuove richieste d’asilo, costringendo molti migranti a rimanere in Messico in attesa dell’esame delle loro domande. Parallelamente, Trump ha ordinato il dispiegamento di truppe militari al confine meridionale per supportare le operazioni di controllo e prevenire ingressi illegali. 

Vi è poi la revoca dello “ius soli” per i figli di immigrati irregolari: un provvedimento particolarmente controverso che riguarda l’abolizione del diritto di cittadinanza per i bambini nati negli Stati Uniti da genitori senza permesso di soggiorno legale. Questa misura, che mira a modificare una prassi consolidata nel sistema giuridico americano, ha sollevato numerose critiche e preoccupazioni riguardo alla sua costituzionalità. 

Recentemente, l’amministrazione ha inoltre ordinato al Pentagono di preparare un centro di detenzione per migranti presso la base navale di Guantanamo Bay. Questa decisione rappresenta un ulteriore passo nella strategia di gestione dei flussi migratori, utilizzando strutture militari per la detenzione.

Le nuove politiche migratorie hanno incontrato una forte opposizione da parte di gruppi per i diritti civili, leader religiosi e alcuni esponenti politici. I vescovi cattolici degli Stati Uniti hanno espresso “urgenti preoccupazioni morali e umane”, sottolineando l’impatto negativo di tali misure sulle famiglie e sulle comunità di migranti. Nonostante le critiche, l’amministrazione Trump rimane determinata a perseguire una linea dura sull’immigrazione, sostenendo che ciò sia necessario per garantire la sicurezza nazionale e proteggere gli interessi economici del paese. Queste iniziative rappresentano un significativo cambiamento nella politica migratoria degli Stati Uniti, con implicazioni profonde per milioni di persone e per le relazioni internazionali del paese.

 

Gabriele Aprile

Carmelo Migliorino


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